Se Cioni vi odiava, Renzi non vi vuole bene.

A me Renzi lì per lì non m’è dispiaciuto, visto che una delle prime cose che ha fatto appena poggiato il culo in Palazzo Vecchio è stata dire “Il tram in piazza del Duomo è una bischerata, non c’ha da passare”, cosa alla quale Domenici non arrivava.
Purtroppo, non è che fosse buono-buono Renzi, è che peggio di Domenici era difficile.
Poi quest’omino che assomiglia a Pupo di faccia e nelle abitudini (Pupo sta con moglie e amante, Renzi con Firenze e con le Primarie), ha cominciato a ciurlare nel manico.

Già la gestione dell’account Facebook. Dico, ho messo un “mi piace”, e mi son trovato non le espressioni del buonCiao, sono Matteo Renzi, il nulla che avanza. Son tanto giovane che fo le primarie col camper di Big Jim.(1) Matteo, ma quelle di chissà quale staff e segreteria. E già lì la presa per il culo di avere un altro organo di battage politico ai cui proclami il buon(2) Matteo -o chi per lui, magari stipendiato coi soldi del Comune- non fa seguire risposta nei commenti. Che ci sia l’entusiasta “Renzi, ti vogliamo sindaco a Vistazzone!” o “Matteo, devi diventare presidente del mondo”, oppure domande “Com’è finita coi soldi della Provincia?“(3),”Ma come mai via Benedetto Fortini è chiusa dieci mesi l’anno?” -ahem-, “Che fine hanno fatto ‘i cento luoghi’?”, il Renzi non risponde. Evidentemente il suo ghost writer non si vuol prendere responsabilità.
Anche perché, vai te a sapere come la pensa davvero quell’omo. Ha fatto e detto di tutto, così, per non far torto a nessuno.
E se la Nazione c’ha le due pagine quotidiane di incenso probabilmente di qui alle elezioni 2013, sappiate che, cito da Wikipedia, “ha lavorato con varie responsabilità per la CHIL srl, società di servizi di marketing (di proprietà della sua famiglia, e il cui nome è di ispirazione lupettara) di cui è dirigente in aspettativa, in particolare coordinando il servizio di vendita del quotidiano La Nazione sul territorio fiorentino”. Insomma, vecchi amici, ecco. Avete letto “lupettara”, vero?

Il Renzi, prima di andare al Dante a insegnare ai professori a stare al mondo (oh, La Nazione l’altro giorno diceva grossomodo così), è stato lupetto degli scout. Agesci, se non sbaglio, quelli che giurano “Prometto, con l’aiuto e l’esempio di Gesù…”, come se Gesù fosse stato una guida indiana invece che un falegname. Ma non è colpa sua. È democristiano figli di democristiani fino alla maggiore età -al Dante c’era la preghiera della mattina dietro l’edicola-, poi, beh, la carriera fulminante nella Margherita -oh, a venticinqu’anni coordinatore, mica merda- e a ventisette la Provincia. Un genio o un miracolato.(4)
Poi la svolta. Vince le elezioni -al ballottaggio- a Sindaco al grido di “Avanti popolo, forza viola, viva gesù” per il PD. E già ai tempi io mi lamentavo che non esistessero i comunisti (o i democristiani) fedeli alle proprio idee e convinzioni di una volta, tipo la Rosy Bind…, no, scusate.

Questo bell’omino(5) ebbe a dichiarare che “fare il sindaco è il più bel mestiere del mondo”, salvo poi ripensarci e decidere forse fare il segretario del PD era meglio (6). Sono sicuro che sotto sotto il mestiere più bello del mondo è essere un altro Berlusconi.
E quindi, mentre fa il Sindaco, o, meglio, invece di fare il Sindaco, va a farsi le scampagnate in camper in giro per l’Italia. Che grossomodo, mi ripeto, è come se mentre io sto con la mi’moglie nel frattempo facessi la corte a una stratognocca. Ti sei sposato con Firenze? Stai a casa la sera, oppure chiedi il divorzio prima d’andare a giro per discoteche dietro alle turiste. Non so se mi spiego: non ci saranno regole che lo impediscono, ma fa parecchio cacare.

Io Renzi non lo capisco. O meglio, ho paura di capirlo troppo. Se lo capisco -cosa che spero di non fare- quest’uomo è un paraculo della peggior specie. Magari no, eh, ma anche le dichiarazioni pibbliche sui cento luoghi (googlate, via) per i quali si doveva fare e fare, e poi alla fine s’è fatto ben poco, me lo qualificano come un elemento parecchio attento al marketing e poco al controllo qualità. Mi puzza il suo incontro con Berlusconi. Mi puzza il suo ruolo paragrilliano di rottamatore (anche se, dicendo grossomodo le stesse cose, al contrario di Grillo, ci sta mettendo la faccia). Mi puzza la faccenda Lusi. Mi puzzano i suoi voltafaccia e cambiamenti d’opinione, che siano palesi o meno (qualcuno di voi ha più letto qualcosa sulla Fiorentina nel suo facebook? Prima tanti begli status, e ora che s’ha da piacere un po’ a tutti, nessuno, sia mai perdere il voto degli juventini), e il suo presenzialismo. Capisco troppo bene la sua retorica populista del cambiare, del volemosebbene tra noi gggiovani, dell’apparenza non supportata dalla sostanza, del dire tanto e fare poco, come quando riaprì il Giardino delle Rose e a sentire le sue dichiarazioni pareva l’avesse potate lui, o quando dietro l’affresco del Vasari scoprirono il Leonardo, e all’intervista parlava in seconda persona plurale che sembrava ci fosse stato lui a dar mano ai restaurati. Credo di capire il suo ruolo di antagonista al vecchio centro-sinistra, troppo impegnata a farsi guerricciole intestine e a cercare di capire tutti assieme da che parte andare per difendersi da uno nuovo che usa metodi più moderni del giornale di partito (non che non avere La Nazione contro non faccia comodo, eh, però con Facebook arrivi prima, arrivi meglio, arrivi gratis e NON HAI CONTRADDITTORIO), e soprattutto a una sinistra -in generale- che non esiste più come tale.

Renzi è un comunista di centro-destra, per intenderci, che, non mi stancherò mai di dirlo, ha basato la sua figura politica sulle dichiarazioni e sull’apparenza, senza avere un programma che vada oltre il “bisogna fare”. Lo ha provato la sua scarsa -non nulla, eh, anzi- operatività a Firenze, le mosse pubblicitarie -chi si ricorda come si chiama la via pedonalizzata, che è stata sbandierata come una conquista verde ma che obbliga chi ci passava a fare tre chilometri invece di trecento metri?- e gli incontri in cui si decide cosa si dovrebbe fare (ma che poi alla fine non si farà. Temo per la famosa pista di Peretola).

Vi ricordate chi era che aveva attirato le simpatie d’Italia grazie alle TV, al fascino del nuovo e del cambiamento, alle promesse tanto roboanti da sembrare quasi quasi vere?

Insomma, farsi fregare una volta dal Caimano è brutto, ma può capitare. La seconda da un biacco del padule sarebbe da coglioni.
.
.
.

UPDATE: Mezz’ora dopo il mio post, il Renzi ha pubblicato un post in cui chiede soldi per la benzina del camper. Se avete la soglia della credulità molto bassa, potete donare qui. Però poi ho un Colosseo poco usato che potrei vendervi.
Pare i barboni che ti chiedevano “c’hai cento lire?” e poi quando li trovavan morti scoprivi che eran ricchi sfondati.
Come ai barboni alla stazione si diceva “si, tienile, le cento lire, basta che non le usi per la droga” a lui andrebbe fatta qualche altra raccomandazione.

.
.
.
.
.
.

(1) Sì, un accidente.
(2) Sempre un accidente.
(3) Non è finita. Intanto l’hanno condannato a pagare, ma il buon (vedi sopra) Matteo ha fatto ricorso.
(4) Io scommetto sulla seconda.
(5) Per la su’mamma, perlomeno.
(6) Un Democristiano segretario del PD. Sono tutti cazzi vostri, io v’ho avvertito.

2 thoughts on “Se Cioni vi odiava, Renzi non vi vuole bene.”

Leave a Reply