Scoperte

Venerdì scorso c’è stato uno sciopero indetto dalla triplice, preventivo, per il rinnovo del contratto del mio settore.

Io ero precettato in turno, dei colleghi di altri reparti non hanno aderito allo sciopero, come LORO DIRITTO.

Il primo giorno lavorativo utile dopo lo sciopero, il delegato di una delle sigle ha ritenuto opportuno diramare un comunicato intitolato “COMUNICATO ALLE AZIENDE:L’AVETE CAPITO??? … E ORA LA FATE FINITA???“,
che finiva con “Vogliamo e ci prenderemo tutto ciò che è nostro diritto.“, e soprattutto conteneva il passaggio “Non sono mancati reparti i cui colleghi si sentono “unti del signore”, come l’**** di **** o i **** e **** di ***** a ****: minuzie di uno sciopero che ha bloccato ancora tutto il settore per un giorno intero.”

Io posso capire che il “successo”* della manifestazione lo abbiano fatto sentire autorizzato a usare toni come quello del titolo (peraltro in un comunicato rivolto a noi, e non alle aziende, suona assai come “spezzeremo le reni alla Grecia”, quello e l’ultima riga).

Quello che mi spaventa è la segnalazione dei reparti che non hanno aderito allo sciopero in maniera bulgara, l’esposizione dei dissidenti, tra parentesi con l’indirizzo del reparto. Io non ho parole: sono i prodromi di una repressione dai toni totalitari, che non ammette la dissidenza neppure dove dovrebbero costruirsi le basi della democrazia (sbaglio, o l’unico requisito legale di un sindacato è avere una struttura democratica? ecco, non lo stanno facendo bene).

Quello che mi intristisce è che l’autore del testo non capisca quanto fascista sia il METODO della segnalazione e derisione del dissidente, quanto il far leva sulla pancia per puntare il dito contro chi non si allinea e copre sia stato il primo triste passi di REGIMI; mi intristisce anche il fatto che, quando sul comunicato affisso in bacheca si scrive un ironico “Sarà merito del biondo nostro salvatore”, non si capisca che il problema non è la sigla in sé, ma la persona, quantomeno per l’autore della nota -non io, giuro!, le cose mi garba dirle in faccia come ho fatto ieri- e i suoi toni.
Certo è che il metodo della derisione il soggetto l’ha usato anche nelle due uniche assemblee da lui presiedute a cui sono andato -prendere permesso per un’assemblea vuol dire per me legittimarla, e io non ho intenzione di legittimare chi non mi rappresenta nè nei modi nè nelle idee-, mettendosi dietro a chi esprimeva un’opinione diversa dalla sua, e chiedendo sottovoce “ma questo è grullo? ah, sì, è grullo” a ipotetici interlocutori, quindi magari non dovrei essere tanto stupito da una prassi consolidata che cambia solo medium.

E poi che a mia domanda -personale, che di persona e in faccia gli ho espresso le mie perplessità- se la gente abbia o no il diritto di pensarla diversamente da lui, abbia il diritto di NON fare sciopero senza essere additata e segnalata -per ora, ma prima o poi, caro lei…!- mi si venga a rinfacciare una mancanza di coerenza (“Tutti* fanno sciopero, e te ne godi i frutti”) da parte di chi in un reparto di otto turnisti non ha mai fatto un turno, non ha mai fatto un sabato e adesso è pure diventato non precettabile (“è un diritto che ho acquisito”) come se -e così non è– l’azienda lo avesse precettato sistematicamente per mettere i bastoni tra le ruote del sindacato, e a mia memoria si fa vedere solo per l’attività sindacale, beh, quello è fantastico: vuol dire aver proprio perso il contatto con chi ti siede accanto.

Quello che mi stupisce è che, di tutti i colleghi, sindacalmente impegnati o meno, quello che ha avuto a che ridire (“…la prossima volta mettimici anche me, in quella lista, non vorrei che qualcuno pensasse che sono d’accordo o che condivido qualcosa”) sia stato il Cicali, quello “fascista”, “quello grullo”, quello che stavolta è stato precettato e quindi nella lista nera non c’era.

Ma magari mi sbaglio io, e la messa all’indice di chi la pensa diversamente è prassi lecita, ben accetta e corretta.

Vuol dire che a quarant’anni suonati mi scopro idealista e illuso.

Beh, meglio di una malattiaccia.


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*Tutto da provare. Si parla di numeri molto minori, in percentuale, e di casi eclatanti segnalati per far scena.

If This Than That

Quant’era che non parlavo di un servizio internet o di un gadget?
Dai tempi di Second Life (abbandonata solo perchè mi soddisfa molto di più la first, da un bel po’), perlomeno.

Okay, oggi devo esprimere tutti i miei “wow” per un servizio che ho scoperto da un annetto ma che uso a modino solo da un paio di mesi:

IFTTT.COM

Già il motto ben promette: “Put the internet to work for you”, “Fai lavorare Internet per te”. È quello che fa: interfaccia diversi servizi internet di uso comune, da Facebook a WordPress a Dropbox, e pure un ottimo servizio SMS -per ora; in USA funziona anche il servizio chiamata, che legge anche testi-.

Con una interfaccia di immediata comprensione, consente di creare delle “recipes”, ricette, che leghino un servizio all’altro secondo delle regole scelte di volta in volta da menù -niente programmazione o codice, per intenderci, al contrario di un altro servizio, più flessibile ma più complicato, Paraimpu*– e pure di condividerle.

Faccio un po’ di esempi: io ho creato delle ricette che
IF THIS: esce un RSS di un torrent di telefilm che seguo THAN THAT: mi manda un SMS.
oppure
IF THIS: è il tramonto THAN THAT: mi manda un SMS coi dati del tempo odierno e le previsioni per domani.
oppure
IF THIS: pubblico un post su WordPress THAN THAT: pubblica su Twitter e Facebook.
oppure ancora
IF THIS: esce una nuova tavola di Zerocalcare THAN THAT: me la manda in mail.
o ancora
IF THIS: mando una mail, anche da cellulare, con tag #spese a un dato indirizzo THAN THAT: aggiunge una riga a un foglio spese excel in Google Drive rispettando la formattazione da me specificata.

Posso andare avanti per 35 ricette. Solo 35 perchè non uso tutti i servizi -i canali- che questa macchinetta mette a disposizione.
Davvero, non se ne esce vivi: al momento sono 50 “trigger”, azioni/eventi riconosciuti, da App.net a Youtube -senza dimenticare dei trigger non internet quali data/ora, meteo, domotica e SMS**- e 53 canali con almeno due o tre azioni in uscita cadauno.
Fate voi i conti di quante combinazioni sono possibili, senza contare che ogni tre per due viene aggiunto un nuovo canale (vabbè, di contro Twitter si è tolto dai trigger, per esser sicuro di generarsi traffico umano. Poveri).

Insomma, giocateci un po’.
Da quando ci smanaccio con un po’ di attenzione, il mio cellulare è diventato un hub di servizi net-related, e anche non, visto che mi avvisa se l’indomani sarà troppo caldo o troppo freddo, o se si aspetta pioggia, mi avvisa di compleanni e -ahem- nuovi torrents disponibili.

E un’altra cosa, secondo me fondamentale: ‘sta gente risponde alle mail di richiesta supporto in tempi brevi, cortesemente e competentemente. E ti ringraziano per il feedback.
Lo stesso Paraimpu, ed entrambi hanno capito che non sono solo i bit che fanno grande un servizio, ma anche la gente che ci sta dietro.

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* Paraimpu consente di utilizzare il Karotz (se non sapete cos’è non siete davvero nerd, e questo post vi ha solo annoiato) come attuatore. C’ha di ottimo che gestisce roba tipo sensori ambientali, smart-TV, Arduino e Netduino, quindi l’unico limite (altrui) è la fantasia. Il mio è la competenza.
** Fatemi sapere se a voi riconosce i tag

Le BELLISSIME pubblicità di Radio24

Ancora prima di sposare una copywriter, il Vostro era un appassionato di pubblicità.*
Non son figlio di Carosello, se non a posteriori: sono andato a casa del signor Carosello anni dopo il suo pensionamento e ho cercato di conoscerlo, che tutti ne parlavano benissimo.
Son comunque cresciuto davanti alla televisione, lo sapete, ai tempi di canale48 e della pubblicità “bana-banà, sei fortunato, bana-banà, che c’è Pippucci“** o “Da Carnicelli, amico vaaaai, tante cose troverai, tutto quello che tu vuoi, tutto quello che non haaaai…“. Era parte della mia giornata, e mentre i cartoni prima e i telefilm poi cambiavano, le pubblicità ricorrevano, diventavano familiari, si incidevano a fuoco nel mio cervello di pargoletto***.
Insomma, ci sto attento.
Seguo anche, fondamentalmente, due radio: Deejay e 24, la prima molto meno da quando è diventata radio MaratonadiLinusforzaUOMO!, e infatti praticamente ascolto più solo il Trio Medusa, prestissimo al mattino, e anche lì intervallo con Radio24.

Sì, l’ho presa larga. Lo sapete, ormai, che divago. Andate avanti? Andate avanti, via, che costa uguale.

Radio24 è una radio di pazzi e di genii. Tra Barisoni, Giannino e Cruciani se la giocano a chi fa il commento più caustico, che sia a un ascoltatore che vaneggia o un politico ospite che cerca di giustificare l’ingiustificabile, ce ne è per tutti.
È zeppa di programmi interessanti, se escludiamo “La guardiana del faro”, che fa venire voglia di tornare negli anni ’30 e farsi fuori, o “Compagni di viaggio” che a me ogni volta fa domandare “ma con quale criterio li scegliete, gli ospiti? Io son stato a Parigi, ma non sono un esperto della Francia****. Fatevi domande e datevi risposte”.
Insomma: questa macchinetta ben oliata è periodicamente incastrata da delle pubblicità agghiaccianti.
Non tenterò di essere completo, esaustivo, o di fare delle hit-parades, visto che il gusto personale è, appunto, personale, ma una radio di tale spessore dovrebbe avere o appoggiarsi a gente che realizzi spot che non facciano accapponare la pelle.

In ordine sparso:

Combivox. Inizia con una tipa A che riceve una telefonata, chè a casa è scattato l’allarme. L’amica B: “vengo anche io”. Poi scatta anche a casa dell’amica, ma lei può vedere via cellulare cosa è successo. B: “Ah, ma è Fuffi, il gatto del vicino!”. E tutte e due giù a ridere.

Cosa ridi, cretina di un’A, che a casa tua stanno smontando anche la caldaia?
Nel mondo reale, queste due sciroccate arrivano a casa di A, che lì stanno andando, e vengono abbattute a manganellate dal ladro, legate con le loro stesse budella, stuprate da morte e rivendute a peso a una fabbrica di mangime per gatti del vicino.
Nel frattempo, a casa di B, Fuffi si sta facendo le unghie sull’arazzo del ‘500 dopo aver cagato nel giardino Zen.

http://www.lafacciagiovanedellagricolturalombarda.it.
No, non sto scherzando, esiste davvero un sito con un indirizzo di quarantuno caratteri senza il www.
E poi te lo dicono per radio, che ti aiuta a ricordarlo. Io e la Figlioluccia abbiamo passato dieci minuti a cercare di decostruirlo.
– La giovane Lombardia con l’agricoltura in faccia?
– La faccia lombarda degli agricoltori giovani?
– Gli agricoltori giovani con la faccia da lombardi?
– I giovani lombardi con la faccia da agricoltori?
– La lombarda gioventù degli agricoltori di facciata?
– Questa è una via di mezzo tra il risorgimentale e mani pulite, mi piace.

– Lo sapete che la Foppapedretti, tra le tantissime idee geniali, ha anche partorito questa CAGATA (è proprio il caso di dirlo)? E come la pubblicizzano? Con una filastrocca in rima baciata, difettata in rima e metrica… . Una filastrocca di mezzo minuto che finisce con “e ti faccio anche il favore / di nascondere l’odore”. Peccato che non la trovo da nessuna parte e che il mio cervello schifato non sia riuscito a trattenerne il testo integrale, sarebbe stato bello trascriverla o linkarla per intero.

Cerulisina. Plagio e orrore. Sulla musica di Salagadula Magicabula, la povera manovale della pubblicità che leggeva la filastrocca di cui sopra è costretta per portare a casa la pagnotta, a cantare per trenta sanguinosi secondi le lodi di uno scioglicerume. Io non so se arrabbiarmi, schifarmi o compatire.

– Agenti di commercio.
Io di questa mi immagino il briefing in sede di agenzia pubblicitaria.
“Dobbiamo risparmiare”, dice il direttore dell’agenzia.
“Ma il cliente vuole qualcosa di incisivo”, risponde l’account.
“Non possiamo permettercelo, il cliente paga poco”
“Ma è una campagna prevista per tutto l’anno, in almeno sei declinazioni”
“Cosa richiedono?”
“Qualcosa che faccia comprendere il carattere nazionale dell’azienda, immediata per farla capire anche ai più tonti (lo sanno anche loro che il target non è di genii), che ponga l’azienda come un aiuto indispensabile”.
Si alza il creativo “C’ho un’idea. Voce maschile: ‘Cerchi agenti di commercio? Rappresentanti? Agentidicommercio punto it‘. Ditelo, sono un genio”
“Sì, ma il carattere nazionale?”
“Lo facciamo dire con un accento diverso per declinazione”
“Costano, sei attori da diversi parti d’Italia”
“No, ho un cugino che è una sagoma, quando fa il siciliano sembra che metta la coppola, sembra Miacara e Piccone tutto da solo, e quando deve fare il toscano mangia la C come Tognazzi e Vianello in ‘Tito te t’ha’ritinto i’ttetto'”
“Ma lì la C non c’è.”
“Ci siamo capiti, dai”
“Quanto vuole?”
“Eh, poco, con una bottiglia di Sambuca ti imita anche Bongiorno e Celentano, se serve. Serve?”
“No, abbiamo già imitato Braccio di Ferro***** l’anno scorso, sarebbe ripetitivo”

Agenti di commercio.
No, non ho sbagliato un copiaincolla. È che quando uno pensa non si possa scendere più in basso, qualcun altro scopre la Fossa delle Marianne.
Il nuovo spot è uno pseudo-coro alpino che canta sull’aria di “Bella Ciao”.
“Se sei un’azienda”
(Controcoro) “Si lo sono”
“E cerchi agenti”
(Controcoro) “Si li cerco”
…Vi risparmio il resto, che se vi volete far male è sempre in onda. Cazzi vostri, io vi ho avvertito.


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* Lo so, lì per lì avete pensato “rompicoglioni” oppure “tignoso”, e non posso darvi torto. Anzi.
** Con un tizio dipinto di nero che avrebbe dovuto essere un cantante di colore. “Bana-banà”. Roba che Borghezio è open-minded. Non disturbante come quella in cui due bambine in costume da bagno cantavano qualcosa -grazie a Chtulhu ho rimosso- che finiva “…in via san iacopino, o lo pigli nel culino”, ma altrettanto scorretta.
*** Chiedetevi ancora come mai son rimasto così, dai.
**** E finchè non avrò malattie neurologiche, non vorrò esserlo.
***** True story.