Le BELLISSIME pubblicità di Radio24

Ancora prima di sposare una copywriter, il Vostro era un appassionato di pubblicità.*
Non son figlio di Carosello, se non a posteriori: sono andato a casa del signor Carosello anni dopo il suo pensionamento e ho cercato di conoscerlo, che tutti ne parlavano benissimo.
Son comunque cresciuto davanti alla televisione, lo sapete, ai tempi di canale48 e della pubblicità “bana-banà, sei fortunato, bana-banà, che c’è Pippucci“** o “Da Carnicelli, amico vaaaai, tante cose troverai, tutto quello che tu vuoi, tutto quello che non haaaai…“. Era parte della mia giornata, e mentre i cartoni prima e i telefilm poi cambiavano, le pubblicità ricorrevano, diventavano familiari, si incidevano a fuoco nel mio cervello di pargoletto***.
Insomma, ci sto attento.
Seguo anche, fondamentalmente, due radio: Deejay e 24, la prima molto meno da quando è diventata radio MaratonadiLinusforzaUOMO!, e infatti praticamente ascolto più solo il Trio Medusa, prestissimo al mattino, e anche lì intervallo con Radio24.

Sì, l’ho presa larga. Lo sapete, ormai, che divago. Andate avanti? Andate avanti, via, che costa uguale.

Radio24 è una radio di pazzi e di genii. Tra Barisoni, Giannino e Cruciani se la giocano a chi fa il commento più caustico, che sia a un ascoltatore che vaneggia o un politico ospite che cerca di giustificare l’ingiustificabile, ce ne è per tutti.
È zeppa di programmi interessanti, se escludiamo “La guardiana del faro”, che fa venire voglia di tornare negli anni ’30 e farsi fuori, o “Compagni di viaggio” che a me ogni volta fa domandare “ma con quale criterio li scegliete, gli ospiti? Io son stato a Parigi, ma non sono un esperto della Francia****. Fatevi domande e datevi risposte”.
Insomma: questa macchinetta ben oliata è periodicamente incastrata da delle pubblicità agghiaccianti.
Non tenterò di essere completo, esaustivo, o di fare delle hit-parades, visto che il gusto personale è, appunto, personale, ma una radio di tale spessore dovrebbe avere o appoggiarsi a gente che realizzi spot che non facciano accapponare la pelle.

In ordine sparso:

Combivox. Inizia con una tipa A che riceve una telefonata, chè a casa è scattato l’allarme. L’amica B: “vengo anche io”. Poi scatta anche a casa dell’amica, ma lei può vedere via cellulare cosa è successo. B: “Ah, ma è Fuffi, il gatto del vicino!”. E tutte e due giù a ridere.

Cosa ridi, cretina di un’A, che a casa tua stanno smontando anche la caldaia?
Nel mondo reale, queste due sciroccate arrivano a casa di A, che lì stanno andando, e vengono abbattute a manganellate dal ladro, legate con le loro stesse budella, stuprate da morte e rivendute a peso a una fabbrica di mangime per gatti del vicino.
Nel frattempo, a casa di B, Fuffi si sta facendo le unghie sull’arazzo del ‘500 dopo aver cagato nel giardino Zen.

http://www.lafacciagiovanedellagricolturalombarda.it.
No, non sto scherzando, esiste davvero un sito con un indirizzo di quarantuno caratteri senza il www.
E poi te lo dicono per radio, che ti aiuta a ricordarlo. Io e la Figlioluccia abbiamo passato dieci minuti a cercare di decostruirlo.
– La giovane Lombardia con l’agricoltura in faccia?
– La faccia lombarda degli agricoltori giovani?
– Gli agricoltori giovani con la faccia da lombardi?
– I giovani lombardi con la faccia da agricoltori?
– La lombarda gioventù degli agricoltori di facciata?
– Questa è una via di mezzo tra il risorgimentale e mani pulite, mi piace.

– Lo sapete che la Foppapedretti, tra le tantissime idee geniali, ha anche partorito questa CAGATA (è proprio il caso di dirlo)? E come la pubblicizzano? Con una filastrocca in rima baciata, difettata in rima e metrica… . Una filastrocca di mezzo minuto che finisce con “e ti faccio anche il favore / di nascondere l’odore”. Peccato che non la trovo da nessuna parte e che il mio cervello schifato non sia riuscito a trattenerne il testo integrale, sarebbe stato bello trascriverla o linkarla per intero.

Cerulisina. Plagio e orrore. Sulla musica di Salagadula Magicabula, la povera manovale della pubblicità che leggeva la filastrocca di cui sopra è costretta per portare a casa la pagnotta, a cantare per trenta sanguinosi secondi le lodi di uno scioglicerume. Io non so se arrabbiarmi, schifarmi o compatire.

– Agenti di commercio.
Io di questa mi immagino il briefing in sede di agenzia pubblicitaria.
“Dobbiamo risparmiare”, dice il direttore dell’agenzia.
“Ma il cliente vuole qualcosa di incisivo”, risponde l’account.
“Non possiamo permettercelo, il cliente paga poco”
“Ma è una campagna prevista per tutto l’anno, in almeno sei declinazioni”
“Cosa richiedono?”
“Qualcosa che faccia comprendere il carattere nazionale dell’azienda, immediata per farla capire anche ai più tonti (lo sanno anche loro che il target non è di genii), che ponga l’azienda come un aiuto indispensabile”.
Si alza il creativo “C’ho un’idea. Voce maschile: ‘Cerchi agenti di commercio? Rappresentanti? Agentidicommercio punto it‘. Ditelo, sono un genio”
“Sì, ma il carattere nazionale?”
“Lo facciamo dire con un accento diverso per declinazione”
“Costano, sei attori da diversi parti d’Italia”
“No, ho un cugino che è una sagoma, quando fa il siciliano sembra che metta la coppola, sembra Miacara e Piccone tutto da solo, e quando deve fare il toscano mangia la C come Tognazzi e Vianello in ‘Tito te t’ha’ritinto i’ttetto'”
“Ma lì la C non c’è.”
“Ci siamo capiti, dai”
“Quanto vuole?”
“Eh, poco, con una bottiglia di Sambuca ti imita anche Bongiorno e Celentano, se serve. Serve?”
“No, abbiamo già imitato Braccio di Ferro***** l’anno scorso, sarebbe ripetitivo”

Agenti di commercio.
No, non ho sbagliato un copiaincolla. È che quando uno pensa non si possa scendere più in basso, qualcun altro scopre la Fossa delle Marianne.
Il nuovo spot è uno pseudo-coro alpino che canta sull’aria di “Bella Ciao”.
“Se sei un’azienda”
(Controcoro) “Si lo sono”
“E cerchi agenti”
(Controcoro) “Si li cerco”
…Vi risparmio il resto, che se vi volete far male è sempre in onda. Cazzi vostri, io vi ho avvertito.


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* Lo so, lì per lì avete pensato “rompicoglioni” oppure “tignoso”, e non posso darvi torto. Anzi.
** Con un tizio dipinto di nero che avrebbe dovuto essere un cantante di colore. “Bana-banà”. Roba che Borghezio è open-minded. Non disturbante come quella in cui due bambine in costume da bagno cantavano qualcosa -grazie a Chtulhu ho rimosso- che finiva “…in via san iacopino, o lo pigli nel culino”, ma altrettanto scorretta.
*** Chiedetevi ancora come mai son rimasto così, dai.
**** E finchè non avrò malattie neurologiche, non vorrò esserlo.
***** True story.