Questa edizione è stata la 4.0.
Densa da far paura di eventi, ma ancor più di soddisfazioni.
Quando all’inizio del 2012 chiesi nel gruppo Facebook di Lega Nerd, grossomodo, “Ma se ci ritrovasse tutti assieme a insegnarci l’un l’altro qualcosa? Mica per forza roba nerd.” non credevo sarebbe finita così bene. Nacque il Nerd Open Workshop, al quale partecipò una dozzina di persone, dal costo piuttosto esoso per gli esagerati costi della Casa del Popolo di Pozzolatico – che poi, astutamente, ci trattò malissimo alle edizioni successive (e allora ciao) -, ma ricca di entusiasmo.
Una giornata, sei corsi in tutto, subito raddoppiati all’edizione successiva, però.
Come potete vedere da questa pagina, l’idea piacque. E piacque tanto, che siamo alla quinta edizione e a un ritrovo di “facciamo il punto”. E già c’è lo spinoff, il T.H.E.N., Troubleshooting Heuristic Event for Nerds, che all’interno del N.O.W. (e fuori) si preccupa di trovare soluzioni ai guasti hardware e software degli oggetti portati dagli intervenuti. Così, gratis e per il gusto di farlo.
L’ultima edizione, il N.O.W. 4.0, ha portato nei locali messici a disposizione gratis et amore dei dalla Casa del Popolo di San Donnino qualcosa come 35 intervenuti e 26 corsi in programma, più tre tavoli permanenti, ma non sono mancate esperienze estemporanee. E un servizio fotografico degli amici della Daywedding, mica cotiche. (Che tra parentesi sono quelli che manutengono il sito del N.O.W., e hanno pure sviluppato il sistema di gestione dei biglietti su plugin wordpress. Tanta roba).
Il tutto, dicevo, per i venti euro che servono solamente a coprire i TRE ottimi pasti, visto che i docenti fanno e insegnano gratuitamente.
Insomma, scaldava il cuore, come me lo scalda ogni volta, anche se la notte tra sabato e domenica ho dormito tre ore, vedere questi genii dal cuore grosso come una casa condividere mestieri e passioni, abilità ed esperimenti. E ‘sta gente è bravissima coi computer, sì, magari pure per mestiere, ma poi scopri che sanno cucinare di tutto, dai tortelli al seitan ai pancakes e impastare e far pane e pizze, sanno suonare e fare sapone e origami meravigliosi, risolvono un cubo di rubik in mezzo minuto, fanno shibari e viaggiano per mezzo mondo in con due lire, che sanno scrivere e disegnare e fare i deejay, sono maestre di trucco e di cucito, fanno sottotitoli per telefilm e parlano latino e greco, praticano scherma antica e rugby, che incidono su vetro e metallo, che fanno foto bellissime con metodi alternativi, cuciono tovaglie e pelouches, realizzano app per cellulare e stampe 3d e, davvero, sono sicuro di star dimenticandomi qualcosa e non ricordo cosa.
E la parte più bella è che te lo insegnano, gratis (non mi stancherò mai di dirlo), volentieri e con passione, solo per il gusto di condividere una soddisfazione personale, i trucchi di un mestiere, di un hobby o di una attività. Lo fanno perché insegnare una cosa che ci piace è una forma di altruismo che costa poco e rende tantissimo.
E ‘sta gente non è solo bravissima come ho detto prima, ma è pure buona come il pane di Argo e Antonio; non fa fatica fare tre volte lo stesso corso in otto ore solo perché è arrivata gente nuova che s’è persa l’esposizione precedente (vero, Dario?), o non riuscire a seguire un corso fino in fondo perché devi coordinarne altri due di cui sei codocente.
E poi beh, ci sono i pasti assieme, che da soli valgono tutte e due le giornate, in cui si ride, si scherza e si mangia benissimo -giuro, a me la Casa del Popolo non dà una lira; c’è stata l’asta, in cui ci si aggiudicano a cifre ridicole oggetti ridicoli che qualcun altro ha regalato.
Insomma, ne sono uscito a malapena vivo, e già è aperto il sondaggio per la data del 5.0. Se non son soddisfazioni queste, quella di vedere una mia idea che piace, è condivisa e cresce, che cosa si vive a fare?