Chiamata alle armi

Scrivo questo post e ne programmo la pubblicazione a una settimana, nella speranza che i media grandi e piccoli, i social e quant’altri abbiano smesso di cavalcare l’onda dello scandalo e postare i “Je suis Charlie”.

No. Non siamo Charlie. Siamo, mediamente dei baciapile del cazzo che si arrogano il diritto di prendere per il culo quelli delle altre religioni, ma non la nostra. Posso dirlo? Le vignette che mi sono arrivare di CH sono parecchio brutte. Ma non perché mi scandalizzino, eh, tutt’altro.

La satira vera, sulla religione e il costume, la fa Don Zauker. Date un’occhiata. La satira fa riflettere, non si limita a disegnare inculate e e merda, quelli li puoi trovare in qualsiasi autogrill.

Una satira vera ti fa capire quanto sia assurdo credere in un profeta che scopava le bambine, in un frate che aveva un suo personale postribolo, in una divinità che cambia più umori di uno schizofrenico.

Davvero, fanno meno danni le filosofie, quel cazzo di Scientology compresa, delle religioni, perchè sono le religioni che ti dicono “Sei meglio te, quegli altri fanno cacare, si meritano quello che gli fai”; anche la religione più pacifica ti dice che accanto a te, che guida i tuoi passi c’è un dio, e come all’asilo, se c’hai il fratello grosso dietro le spalle non hai più paura di nulla, che anche se ti ripicchiano ora, quando torni a casa, in paradiso, quellochetivuolebene ti darà la cioccolata.

E invece no, non solo non c’è la cioccolata, ma non c’è neanche una casa. E neppure ti reincarni, coglione che dici “Si merita quel che gli capita e gli faccio, deve certo espiare una vita precedente ed esser premiato nella prossima”.

Dio non esiste, che tu lo chiami Allah, Geova, D**, Samantha. Non esiste paradiso, non ci sono urì vergini da chiavare nè puttini da inculare, nè la lobotomia prefrontale dell’eterna beatitudine.
Non ti reincarnerai, neppure. Hai solo questo ballo, coglione, fai quel che puoi, divertiti e fai divertire.

“Le nostre radici” un cazzo. Le nostre radici, una volta, erano aver paura del fuoco e adorare l’alba. Adesso, come radici vere, ci tengono inchiodati in un luogo di ignoranza e superstizione.

È giunto il momento di prendere per il culo TUTTI, tutti quelli che credono, hanno FEDE, in QUALSIASI cosa. Qualsiasi.

Devono abbozzarla di mantenere vive superstizioni indegne di questo secolo, di questo millennio. Ci rallentano tutti.

È compito di ogni essere umano di sani principi morali, capace di leggere e capire le ridicole statistiche di remissione di Lourdes, l’età della moglie più giovane di Maometto, e quant’altro, per ogni religione, prendere per il culo, sfottere, far ragionare per quanto possibile tutti coloro che si beano nella lotofagia di una religione irrazionale. Abbiamo smesso di adorare le cose visibili -voglio dire, il Sole c’è e si vede, almeno- e abbiamo cominciato a farci cambiare la vita, NOSTRA E ALTRUI,  dall’opinione che aveva un pastore mediorientale semianalfabeta rincoglionito dal sole del suo personalissimo amico immaginario.

Soldi, vite, scienza, tempo, vengono sprecati in “Eh, no, il sabato non posso accendere fuochi”, “Mangi il maiale e devi morire”, “La guerra è santa”, “No, certa ricerca medica o scientifica è peccato”, e, soprattutto in “Io sono meglio di te perché sì”.

Domani si muore, e poi non c’è nulla. Fate i volontari, invece di andare a messa: pregare è tipo sperare forteforte, non serve a un cazzo. Levatevi le mani dal culo e fate quello che va fatto, invece di aspettare una botta di culo.

Fate del bene, certo,  ma col cervello. Fate quello che ritenete giusto facciano a voi, e anche quello con moderazione. Studiate il pastafarianesimo, va’.

È dovere, però, di chiunque sappia far di conto, che non creda che col pugnetto gli si possa rubare il nasino, che non compri Rolex in Autogrill, di fare in modo che chi crede che si diventa santi ammazzando, che chi vuole bene a uno del suo stesso sesso danneggi gli altri, che è meglio tenere un bambino in orfanotrofio piuttosto che darlo a due donne, venga sbeffeggiato appena apre bocca.

Il silenzio non cambia niente. Anzi, li fa sentire dalla parte della ragione, appoggiati.

E no, non mi potete dire “Eh, non è bello sfottere i ritardati”: hanno il diritto di voto, possono influire sulla vita della gente con un cervello normale, quindi non meritano pietà, esattamente come non la concedono.

Quando un Papa ci dice, parlando di dei, che “È come se mi offendi la mamma: ti arriva un pugno”, vuol dire che si stanno prendendo troppo sul serio. È DOVEROSO PRENDERLI PER IL CULO.

Ma niente offese gratuite: bisogna ragionare come il Melandri di “Amici miei”: “Ma ti pare che Dio per tener vergine una come te affoga tutta Firenze?”

e quindi: “Ma ti pare che se c’era un Dio, morivano a migliaia a ogni alluvione del Fiume Giallo?”, “Ma non ti pare stupida la storia delle vergini? Meglio settantadue pornostar, no?”.

Come si prendono in giro gli animisti, quelli che hanno paura dei tuoni, come si condannano gli Aztechi che strappavano il cuore ai nemici vivi per accontentare i loro dei, bisogna sfottere gli ultrà dello “io sono santo e tu no”.

Con fermezza, cervello, spietatezza.  La religione, quale che sia, è uno spreco. Abbozzatela di mettervi a buco pillonzi girati a sudest, abbozzatela di salutare quel tipo che va in giro con la macchina blindata (un dio magari no, ma le pallottole esistono, furbo, eh?), abbozzatela di recitare nenie, abbozzatela di rompere i coglioni alla gente che dorme la domenica mattina. Non avete abbastanza soldi e tempo da sprecare.

 

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