Stop the shaming

Dovete smetterla di prendere per il culo Johnny Depp dicendo che è uno di noi.
Anche se ha preso quei venti kg, non si lava i denti da Natale, è gonfio come Maradona al peggio e pare vestito da mi’nonna per l’asilo, non è uno di noi.
Noi non possiamo campare del ricordo di quando eravamo incapaci ma fighi, noi dovevamo essere interessanti per scopare le groupie.
Noi non ci siamo mai fatti tatuaggi col nome dell’ex e poi li abbiamo coperti con insulti, non ci siamo bullati di non farci la doccia perché a Vanessa piace che puzzo.
Quando eravamo gonfi -non grassi, gonfi- noi, ce lo dicevano anche quelli che proprio marilinmonroe non lo erano, vabbe’, ma noi non potevamo campare di ricordi di figaggine che facevano passare un guitto da due espressioni per un attore bravo.
Non lo pigliamo per il culo: non è uno di noi, e non lo sarà mai: coi soldi che ha si fa trapiantare il magro da un bambino del Biafra, si fa sgonfiare dal suo fanclub attraverso un ugello qualsiasi e lavare nel sonno da un team hazmat.
Noi siamo abituati, lui no, non levate le illusioni alle groupie che si tumefanno le labia da Jump Street, che per il fascino del lezzo non vedono neppure adesso la faccia di gesso.
È un essere umano e gli si deve pietà, esattamente la stessa che hanno concesso a noi ciuotti quando ci dicevano “mica sei Johnny Depp” quando chiedevamo di uscire a una. Al massimo adesso possiamo rispondere, adesso che magari sempre ciuotti siamo, ma di certo abbiamo sviluppato qualcosa che ci renda interessanti e/o attraenti, “je piacerebbe”.
Ché il ricordo passa, interessante diventi, il brutto resta, e se avevi dalla tua solo il bello…

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