Tutti librai coi fondi degli altri.

universo
Guardate il decoro artistico e l’indotto per la città!

Io non volevo, giuro, ma non ce la fo più. A Firenze vuole aprire un (altro) negozio McDonalds. In piazza del Duomo, nei locali occupati da Universo Sport.
Non dall’Ente Culturale e Artistico della Bellezza Infinita Storica a presidenza “voi non potete capire” Benigni, da Universo Sport.
Però lo stesso, giù polemiche, come se aprisse nel Battistero: prima il Nardella -o chi per lui- fa un sacco di richieste (render “in stile” con la location, menu in un certo modo, certi ingredienti, cose così) per concedere tutte le licenze, poi, dopo mesi di trattative “no, il McDonald no”. Come se aprire un ristorante volesse dire chiudere un museo.

Ora, se l’avevan fatto a, che so, Cracco, testimonial popolar-chic delle patatine San Carlo, s’era arrovesciato il mondo, magari con “non è giusto, è un abuso di burocrazia, di potere di veto, non avete idea quanto costi anche solo richiedere perizie e progetti per una attività del genere”. Ed è vero: sono soldi che McD ha tirato fuori perché finora Firenze aveva detto “va bene”.

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Una sobria e tradizionale vetrina in Piazza del Duomo

Poi, siccome essere contro McD “fa chic e non impegna” (cit.) no, nulla, retromarcia, “mai una insegna gialla sotto il Duomo”.

 

Trova le differenze
Trova le differenze
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Lo vedete, lo sdegno sulla faccia di bottegai e turisti?

Sono i soliti che si lamentano per il negozio Apple, l’Hard Rock Cafè, il nuovo Mercato Centrale.
Si lamentano dimenticando che prima di questi negozi c’era roba sfitta o fallimentare. Il Gambrinus era chiuso da cinque anni, per esempio. Al piano superiore del Mercato c’era uno strato di guano di piccione alto un braccio. Universo Sport non è in buone acque da almeno cinque anni.
Perché? Perché non ci andavate, coglioni.
“La Cultura” e lasciate fallire le librerie e i cinema.
“Il buon cibo” e gli alimenti del piano di sopra del Mercato non li compravate. Stronzi, è come quando è fallita (una delle enne volte) l’Unità: perché non la compravate; se aveste voluto “non lasciar spegnere una delle voci della democrazia” vi sareste abbonati, chiacchieroni.
Se aveste saputo fare di meglio, un posto di lavoro per duecento e passa persone, con alimenti per ogni tasca e di ottima qualità, e soprattutto con un indotto che i commercianti del piano di sotto se lo sognavano da anni, l’avreste messo voi al posto dei piccioni, altro che lampredottai storici.
Perché non avete salvato voi i posti di lavoro dell’Edison, comprando qualche libro?
Perché non siete andati al Gambrinus?
Guardate che quei fondi costano. Certo che un proprietario di un fondo in centro non piange miseria, ma, accidenti a voi, sarà più conveniente, per Firenze e i fiorentini, per chi ci lavora e per chi ci passa, una libreria chiusa o l’Hard Rock Cafè? Eataly (scusate il termine) oppure la merda di piccione?
Invece l’Hard Rock, il McD, anche l’Apple, aprono PERCHÈ LA GENTE CI VA. Se nessuno ci andasse, non aprirebbero, democrazia applicata al mercato. E invece no, voi siete convinti di avere ragione “perché sì” e che la maggioranza, quelli che ci vanno “non capiscono un cazzo”.
Avete solo il potere e la soddisfazione dei mediocri, quella di rompere i coglioni a chi vuol fare le cose.
E quindi si borbotta, si protesta, si critica.
Come per il ponte di Christo, gli impianti eolici e fotovoltaici in Sardegna: il primo è stato accusato di rendere troppo popolare uno sforzo artistico, i secondi di rovinare il paesaggio. Certo, dipende dove, però. La Sardegna avrebbe la possibilità di diventare la centrale elettrica rinnovabile d’Europa, e invece le centrali solari le apre il Marocco e quelle eoliche tutti i paesi del Nord Europa, perché non possiamo permetterci di inserire elementi in “un colpo d’occhio del genere”:

Casermone e fili della corrente per riferimento.
Casermone e fili della corrente per riferimento.

 

Il brutto è che sono sempre portate avanti le stesse, ritrite argomentazioni: “siamo il più bel paese del mondo”, “la tradizione”, “è bello così”. Anche le voci sono grossomodo le stesse: critici d’arte e di costume che vivono, appunto, di critiche e polemiche, ma che in vita loro, di concreto e artistico, NON HANNO MAI FATTO UN CAZZO. Voglio dire, per criticare un’opera che un artista s’è pagato da solo, fa visitare gratis, che ha portato alla ribalta internazionale una zona che pochi conoscevano, che ha un impatto ambientale minimo ma di indotto economico enorme, che soprattutto ha avvicinato a quello che tu, povero imbecille, vorresti fosse un gotha per pochi snobbissimi eletti con la puzza sotto il naso, centinaia di migliaia di persone, devi essere una immane testa di cazzo fuori dal mondo. Infatti: Sgarbi e D’averio.

Gente, a star seduti vengono le piaghe da decubito.
I fondi sfitti non faranno venire i turisti, ma neppure fanno campare i fiorentini.

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Tuteliamo i cinema chusi. L’Apollo, signori.

Avete la puzza sotto il naso di quelli troppo pigri per studiare, informarsi, camminare, muoversi, migliorarsi, e sfottono il laureato, quello che legge il giornale, viaggia, lavora: “chi te lo fa fare, si sta tanto bene a casa/ siamo il posto migliore del mondo/ la cucina italiana è la migliore/ le cose importanti si imparano in strada/ chi ha successo e diventa ricco lo fa sulle spalle degli altri”.
No. Il muschio cresce solo sui sassi fermi.
Palazzo Vecchio ai tempi fu criticato, perché la torre pareva storta e sgraziata.
Avete solo paura del nuovo, di dover cambiare, perché come i dinosauri, sapete che il cambiamento è faticoso e voi non siete in grado di affrontarlo. Poteste, paghereste ancora in sesterzi.
Come i dinosauri, morirete schiacciati dall’ambiente che cambia, però voi potrete farlo convinti di essere “i migliori del mondo, ignoranti e genuini come siamo, come erano i nostri nonni”.
Nel frattempo, avrete fatto perdere il treno anche a chi quei posti di lavoro facevano comodo, perché “è giusto preservare le tradizioni”.
Bella soddisfazione.