Pay Forward

Ieri ero a un matrimonio, un matrimonio con tanta gente bella e ganza, tanto alcool (un giorno vi racconto, ma è scorrelato da quanto segue), tanto buon cibo, preceduto da un buffet.

Quando dico “tanta gente” intendo “più di quattrocento persone”.

Quindi quando un ragazzo mi si è avvicinato sorridente ero convinto di non averlo mai incrociato.
“Simone?”, invece.
“Sì, scusa se…”
“No, tranquillo, sono ********, ci siamo incrociati solo una volta a casa di Leo, una dozzina d’anni fa”
“Abbi pazienza, non sono mai stato fisionomista, mi spiace non averti riconosciuto”
“Io ti ho riconosciuto prima ma non ti volevo disturbare, e non ero sicuro. È che mi sei rimasto impresso perché quella volta sei stato gentilissimo”
“Io? Sicuro?”, scherzo io.
“Sì, avevi fatto e portato il pane alle noci, e quando hai visto che c’era un ragazzo in più, io, sei uscito di nuovo a comprare dello stracchino”
“Giuro che non ricordo, ma in ogni caso…”
“Non ci eravamo mai visti e sei uscito di nuovo, apposta”
“Mi sembra il minimo anche adesso”
“Lo so che sembro matto, ma tanta gentilezza me la sono ricordata, e ti volevo ringraziare ancora”
“Per così poco? No, grazie a te, che mi hai dimostrato che non ho sbagliato proprio tutto, nella vita”.

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