Grato ai maestri

Era, credo, l’ultimo anno delle superiori.
Uno degli ultimi giorni di scuola, col caldo che si fa sentire più dei docenti che ormai hanno finito il programma e nelle loro ore ti lasciano studiare per quelle dopo o cazzeggiare in tranquillità.

Un compagno di classe mi spennò a poker.
Sì, spennò. Mi lasciò vincere qualche mano finchè, a forza di creare fiches da cinquanta lire, non mettemmo sul piatto cinquemila lire che poi vinse rapidamente contro un Cicali inesperto e onestamente lento.
Rapidamente, ma non abbastanza da non farmi capire cosa stava succedendo: a quel banco, nonostante il ridotto numeri di giocatori, c’era un pollo, e non era lui che mi aveva proposto la partita con nonchalance. Mi accorsi delle penne che partivano quando praticamente avevo perso solo mille delle cinquemila lire in fiches sul piatto, ma volli andare avanti, senza rancori, sorridendo e grato della lezione:
se il pollo non l’hai davanti, sei tu.

Per sole cinquemila lire, quell’estate imparai a non giocare più a soldi, a evitare il gioco d’azzardo in generale e a sapere che i soldi che metti su un tavolo sono persi dal momento in cui lo toccano: non esistono vincite del principiante, non esiste la fortuna sfacciata.

Da allora ho coscientemente adottato lo stesso spirito con chiunque mi insegni una lezione, mi spenni secondo le regole e senza barare:
gratitudine.
Sì, se hai barato -e me ne accorgo- mi incazzo come una biscia, ma se mi hai fregato da lawful evil, regolarmente anche se contro l’etica, non posso che dire “grazie della lezione”: ho imparato un meccanismo che non conoscevo o che non avevo previsto, e, di solito a poco prezzo, ho imparato a fidarmi di meno di qualcosa o qualcuno.

Quando si impara non si può che essere grati: con quelle cinquemila lire mi sono risparmiato tanti, tanti soldi in tutti i casinò che ho visitato poi, alle riffe, al poker online, alle slot, e chi più ne ha…

Anche se è giusto cercare di pagarne il meno possibile, è giusto che una lezione di tanto valore sia stata pagata.
A volte è bello pure quando ti fregano.

A volte.