Leggende metropolitane

“Colui che capisce quando è il momento di combattere e quando non lo è, sarà vittorioso.”
Sun Tzu

Qualche anno fa -le leggende metropolitane si narrano in prima persona- ero in discoteca. Un mio amico lasciò il gruppo, puntò una ragazza, le disse qualcosa all’orecchio, si prese un ceffone.
“O cosa le hai detto?”, gli chiesi.
“Se voleva venire a pomiciare. Fra cinque minuti lo chiedo a quella” disse, ammiccando a un’altra ragazza.
“Sì, ma se ogni sera fai così chissà quanti ceffoni hai preso”
“Ho anche pomiciato tanto”

Ecco, io che quelle domande non le facevo, di certo non prendevo ceffoni, ma neppure pomiciavo quanto pomiciava lui.

Cambio paragone. Se sei uno scalatore, non puoi vantarti di NON aver scalato il K2 “perché di certo sarei caduto e morto”.
Non è un successo. Se non scali una montagna, anche con qualche rischio, NON sei uno scalatore. NON è un successo.
Se sei un pugile e NON combatti, non sei un pugile “senza sconfitte”, NON SEI UN PUGILE.

Se sei un sindaco e non fai un cazzo, se NON prendi una decisione e non fai partire un’opera “perché tanto ci mangeranno sopra”, NON sei un sindaco capace.

Ho messo la citazione di Sun Tzu in testa al post perché non si tratta di NON combattere, ma di scegliere le proprie battaglie.
Il mio amico combatteva nonostante le cento sconfitte e portava a casa oltre ai ceffoni anche qualche pomiciata. Io NO.
Uno scalatore che si dica tale non affronterà il K2, ma almeno il Monte Morello. Io non affronto nemmeno quello, perché non sono uno scalatore.

E non sono nemmeno un sindaco. Come quei sindaci, quei governanti, quei dirigenti che NON FANNO perché ne uscirebbero sconfitti.
Sun Tzu era un guerriero, perché anche se ha avuto qualche sconfitta, le sue battaglie le ha combattute.
La saggezza consiste nel sapere quando non combattere, non nel decidere di non combattere mai: quella è incapacità, o, peggio, vigliaccheria.