Yawn.
Che è il suono che si produce quando si sbadiglia e si stirano i muscoli.
No, non sono stata in letargo.
In studio c’è stato una specie di terremoto emozionale e lavorativo. Di quelli pesanti, anzi, il più pesante che abbia mai visto (e subito) in questi 7 anni di delirio nel favoloso mondo della comunicazione.
Comunque sono (loro) e siamo (io e L’Apprendista mia adorata) sopravvissuti.
Per ora almeno.
I preparativi per il matrimonio fervono e sono a buon punto. Certo, ci sono stati alcuni problemini.
Tipo che le bomboniere che abbiamo scelto io e Tamino mio adorato e amoroso facevano e fanno decisamente schifo alla Tamino family.
E che anche i confetti da noi scelti facevano e fanno decisamente schifo alla Tamino family.
Senza considerare che anche il posto dove andremo a gozzovigliare a cena ha fatto decisamente schifo alla Tamino family.
In effetti, ora che mi fermo a riflettere, la Tamino family ha gusti decisamente opposti ai nostri.
E in effetti sono un’ingenua, perché pensavo che dire: “Non voglio nessun castello o villa e non voglio un catering, ma un posto che sia bello ma anche non snobbino, esattamente come siamo noi” oppure “Odio gli animaletti in vetro di Murano e le coccinelle in argento” fosse sufficientemente chiaro. Probabilmente parlo una lingua difficle da comprendere e la parla anche Tamino (mai una volta ci siamo trovati in disaccordo, com’è amoroso l’amore mio!).
E se all’inizio l’abbiamo buttata sul ridere, ora abbiamo deciso di fregarcene allegramente.
E ops, purtropo le partecipazioni sono già in stampa e nessuno di loro le ha viste.
E ops, probabilmente si aspettano di vedere salire me e Tamino su una lucida e nerissima Mercedes e invece… (non ve lo dico, sarà una sorpresa!).
Perché questo è il NOSTRO matrimonio.
E io non vedo l’ora.
Di tutto il resto, siceramente, me ne infischio.