Anni di silenzio, poi, Inaspettatamente…

Lo potete trovare su Amazon oppure scrivendomi in privato, che così ve lo dedico e spedisco 🙂

Ah, la sinossi:

A volte basta un granello di sabbia per fermare un motore, un chiodo può far perdere una guerra.
Un gesto può cambiare una persona, una nota può rovinare una melodia.
Un nuovo punto di vista può alterare la percezione di un panorama.
In questa raccolta ci sono Intelligenze Artificiali, revenants, viaggiatori da altri universi, giardini segreti, bellissimi quadri, molecole impossibili, guardiani della storia, combattenti eterni.

Buona lettura, buon nuovo punto di vista.
Front1

 

 

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Spigolature

  • Pino distrugge taxi a Roma.
    Non conosco la dinamica, ma per esperienza mi tocca dar ragione al pino.
  • Licantropo Vegano.
    Elio e le Storie Tese hanno fatto in modo che, in fondo in fondo, non ci dispiaccia troppo per il loro scioglimento.
  • Purtroppo (davvero, sarebbe stato un bellissimo precedente), Lombardia e Veneto non possono diventare regioni a statuto speciale PERCHÉ lo proibisce la costituzione PERCHÉ non è stata cambiata con il referendum PERCHÉ i populisti hanno voluto il voto contrario. Torna tutto, tranne il fatto che gente con tanta poca capacità di anticipo sui propri programmi sia sempre in giro.
    Roba che tipo “stasera a cena vorrei una bella bistecca, prenoto al vegano”.

Grifters de no’antri

Ore 6:40.  Davanti a casa.
Sto salendo in macchina, quando mi si ferma accanto un tizio con un furgoncino: – Ciao!-
– Buondì- rispondo io.
– Mi hai riconosciuto?-
– No, mi spiace-
– Antonio, il figlio del muratore- (1)
– Lo stesso, mi spiace-
– Ho aperto un frutta e verdura in piazza, vieni a trovarmi- (2)
– Va bene, se capita ci vediamo- (costa tanto poco accontentare la gente)
– Anzi, guarda, ti voglio lasciare una cosa, così mi fai pubblicità-
– Non importa, te le faccio lo stesso-
Niente, salta giù, apre il portello posteriore e mi scarica una cassa con delle pesche e dei poponi profumatissimi. (3)
– Non importava, davvero-
– Mi offendo. Anzi… –
Io sto già risalendo in macchina salutando caramente per andare al lavoro (4) quando “Antonio” riapre il portellone e tira fuori una cassa di pomodori con due bei finocchi. Onestamente, belli davvero. (5)
– Mi offendo, prendi-
– Davvero, anche troppo, non ho modo di…-
– Tieni anche questi, gli altri te li regalo io tichiedosolodipagarmiquesti. (6)
L’ha detto sottovoce, bofonchiando, ma l’ha detto. Rido dentro di me. Ha all’amo un pesce che ha visto troppe puntate di Leverage per non dargli dei begli scossoni alla lenza.
– Grazie ancora, allora. Ci vediamo in piazza!- Faccio per risalire in auto.
– No, scusa, gli altri te li regalo io ti chiedo solo di pagarmi i pomodori- (7)
– Covfefe?- (8)
– Mi dovresti dare cinque euro per i pomodori.
Tolgo dall’auto la sola cassa dei pomodori.
– No, mi spiace, purtroppo non ho soldi con me. Dai, te li rendo, ti ringrazio, ci vediamo comunque in bottega- (9)
E sono andato via con l’esca.

Le magagne stanno tutte sotto
Le magagne stanno tutte sotto

Il tizio era pure bravino anche se ingenuo: messa a proprio agio col senso di familiarità e fiducia, il falso regalo, la leva sul senso di colpa (“mi offendo”, “ti chiedo”, “mi dovresti”), l’esiguo prezzo richiesto che avrebbero convinto qualcun altro a comprare frutta quasi non vendibile ma ben piazzata nelle cassette in modo da nascondere le magagne, ma che soprattutto non voleva e non aveva scelto.
Purtroppo ho prima venduto porta a porta -e quindi la metà dei trucchi, restando nella legalità, li usavo io- e poi ho visto tutto Leverage. E ho avuto anche qualche maestro di quelli citati qua sotto: l’anatomia della truffa è sempre quella: esca, amo, strattone -> piccolissimo guadagno assicurato, grande guadagno promesso,  esborso.

Grazie, Antonio. La portineria e i miei colleghi dicono che i poponi sono un po’ passati ma stasera si posson ancora mangiare.

 

 

(1) Niente cognome, dati vaghi.  Chi è che non conosce un muratore?
(2) Vago, mette a suo agio il “cliente” con il senso di “quartiere”.
(3) Quindi molto maturi, al limite della vendibilità. Ecco l’esca.
(4) Bugia: Bricoman.
(5) Ecco l’amo.
(6) Ed ecco lo strattone.
(8) Giuro, lo stavo già trollando.
(9) Se mai ne aprirai una.

Leggende metropolitane

“Colui che capisce quando è il momento di combattere e quando non lo è, sarà vittorioso.”
Sun Tzu

Qualche anno fa -le leggende metropolitane si narrano in prima persona- ero in discoteca. Un mio amico lasciò il gruppo, puntò una ragazza, le disse qualcosa all’orecchio, si prese un ceffone.
“O cosa le hai detto?”, gli chiesi.
“Se voleva venire a pomiciare. Fra cinque minuti lo chiedo a quella” disse, ammiccando a un’altra ragazza.
“Sì, ma se ogni sera fai così chissà quanti ceffoni hai preso”
“Ho anche pomiciato tanto”

Ecco, io che quelle domande non le facevo, di certo non prendevo ceffoni, ma neppure pomiciavo quanto pomiciava lui.

Cambio paragone. Se sei uno scalatore, non puoi vantarti di NON aver scalato il K2 “perché di certo sarei caduto e morto”.
Non è un successo. Se non scali una montagna, anche con qualche rischio, NON sei uno scalatore. NON è un successo.
Se sei un pugile e NON combatti, non sei un pugile “senza sconfitte”, NON SEI UN PUGILE.

Se sei un sindaco e non fai un cazzo, se NON prendi una decisione e non fai partire un’opera “perché tanto ci mangeranno sopra”, NON sei un sindaco capace.

Ho messo la citazione di Sun Tzu in testa al post perché non si tratta di NON combattere, ma di scegliere le proprie battaglie.
Il mio amico combatteva nonostante le cento sconfitte e portava a casa oltre ai ceffoni anche qualche pomiciata. Io NO.
Uno scalatore che si dica tale non affronterà il K2, ma almeno il Monte Morello. Io non affronto nemmeno quello, perché non sono uno scalatore.

E non sono nemmeno un sindaco. Come quei sindaci, quei governanti, quei dirigenti che NON FANNO perché ne uscirebbero sconfitti.
Sun Tzu era un guerriero, perché anche se ha avuto qualche sconfitta, le sue battaglie le ha combattute.
La saggezza consiste nel sapere quando non combattere, non nel decidere di non combattere mai: quella è incapacità, o, peggio, vigliaccheria.

Grato ai maestri

Era, credo, l’ultimo anno delle superiori.
Uno degli ultimi giorni di scuola, col caldo che si fa sentire più dei docenti che ormai hanno finito il programma e nelle loro ore ti lasciano studiare per quelle dopo o cazzeggiare in tranquillità.

Un compagno di classe mi spennò a poker.
Sì, spennò. Mi lasciò vincere qualche mano finchè, a forza di creare fiches da cinquanta lire, non mettemmo sul piatto cinquemila lire che poi vinse rapidamente contro un Cicali inesperto e onestamente lento.
Rapidamente, ma non abbastanza da non farmi capire cosa stava succedendo: a quel banco, nonostante il ridotto numeri di giocatori, c’era un pollo, e non era lui che mi aveva proposto la partita con nonchalance. Mi accorsi delle penne che partivano quando praticamente avevo perso solo mille delle cinquemila lire in fiches sul piatto, ma volli andare avanti, senza rancori, sorridendo e grato della lezione:
se il pollo non l’hai davanti, sei tu.

Per sole cinquemila lire, quell’estate imparai a non giocare più a soldi, a evitare il gioco d’azzardo in generale e a sapere che i soldi che metti su un tavolo sono persi dal momento in cui lo toccano: non esistono vincite del principiante, non esiste la fortuna sfacciata.

Da allora ho coscientemente adottato lo stesso spirito con chiunque mi insegni una lezione, mi spenni secondo le regole e senza barare:
gratitudine.
Sì, se hai barato -e me ne accorgo- mi incazzo come una biscia, ma se mi hai fregato da lawful evil, regolarmente anche se contro l’etica, non posso che dire “grazie della lezione”: ho imparato un meccanismo che non conoscevo o che non avevo previsto, e, di solito a poco prezzo, ho imparato a fidarmi di meno di qualcosa o qualcuno.

Quando si impara non si può che essere grati: con quelle cinquemila lire mi sono risparmiato tanti, tanti soldi in tutti i casinò che ho visitato poi, alle riffe, al poker online, alle slot, e chi più ne ha…

Anche se è giusto cercare di pagarne il meno possibile, è giusto che una lezione di tanto valore sia stata pagata.
A volte è bello pure quando ti fregano.

A volte.

Pay Forward

Ieri ero a un matrimonio, un matrimonio con tanta gente bella e ganza, tanto alcool (un giorno vi racconto, ma è scorrelato da quanto segue), tanto buon cibo, preceduto da un buffet.

Quando dico “tanta gente” intendo “più di quattrocento persone”.

Quindi quando un ragazzo mi si è avvicinato sorridente ero convinto di non averlo mai incrociato.
“Simone?”, invece.
“Sì, scusa se…”
“No, tranquillo, sono ********, ci siamo incrociati solo una volta a casa di Leo, una dozzina d’anni fa”
“Abbi pazienza, non sono mai stato fisionomista, mi spiace non averti riconosciuto”
“Io ti ho riconosciuto prima ma non ti volevo disturbare, e non ero sicuro. È che mi sei rimasto impresso perché quella volta sei stato gentilissimo”
“Io? Sicuro?”, scherzo io.
“Sì, avevi fatto e portato il pane alle noci, e quando hai visto che c’era un ragazzo in più, io, sei uscito di nuovo a comprare dello stracchino”
“Giuro che non ricordo, ma in ogni caso…”
“Non ci eravamo mai visti e sei uscito di nuovo, apposta”
“Mi sembra il minimo anche adesso”
“Lo so che sembro matto, ma tanta gentilezza me la sono ricordata, e ti volevo ringraziare ancora”
“Per così poco? No, grazie a te, che mi hai dimostrato che non ho sbagliato proprio tutto, nella vita”.

Tutti librai coi fondi degli altri.

universo
Guardate il decoro artistico e l’indotto per la città!

Io non volevo, giuro, ma non ce la fo più. A Firenze vuole aprire un (altro) negozio McDonalds. In piazza del Duomo, nei locali occupati da Universo Sport.
Non dall’Ente Culturale e Artistico della Bellezza Infinita Storica a presidenza “voi non potete capire” Benigni, da Universo Sport.
Però lo stesso, giù polemiche, come se aprisse nel Battistero: prima il Nardella -o chi per lui- fa un sacco di richieste (render “in stile” con la location, menu in un certo modo, certi ingredienti, cose così) per concedere tutte le licenze, poi, dopo mesi di trattative “no, il McDonald no”. Come se aprire un ristorante volesse dire chiudere un museo.

Ora, se l’avevan fatto a, che so, Cracco, testimonial popolar-chic delle patatine San Carlo, s’era arrovesciato il mondo, magari con “non è giusto, è un abuso di burocrazia, di potere di veto, non avete idea quanto costi anche solo richiedere perizie e progetti per una attività del genere”. Ed è vero: sono soldi che McD ha tirato fuori perché finora Firenze aveva detto “va bene”.

carnicelli
Una sobria e tradizionale vetrina in Piazza del Duomo

Poi, siccome essere contro McD “fa chic e non impegna” (cit.) no, nulla, retromarcia, “mai una insegna gialla sotto il Duomo”.

 

Trova le differenze
Trova le differenze

mercato-centrale
Lo vedete, lo sdegno sulla faccia di bottegai e turisti?

Sono i soliti che si lamentano per il negozio Apple, l’Hard Rock Cafè, il nuovo Mercato Centrale.
Si lamentano dimenticando che prima di questi negozi c’era roba sfitta o fallimentare. Il Gambrinus era chiuso da cinque anni, per esempio. Al piano superiore del Mercato c’era uno strato di guano di piccione alto un braccio. Universo Sport non è in buone acque da almeno cinque anni.
Perché? Perché non ci andavate, coglioni.
“La Cultura” e lasciate fallire le librerie e i cinema.
“Il buon cibo” e gli alimenti del piano di sopra del Mercato non li compravate. Stronzi, è come quando è fallita (una delle enne volte) l’Unità: perché non la compravate; se aveste voluto “non lasciar spegnere una delle voci della democrazia” vi sareste abbonati, chiacchieroni.
Se aveste saputo fare di meglio, un posto di lavoro per duecento e passa persone, con alimenti per ogni tasca e di ottima qualità, e soprattutto con un indotto che i commercianti del piano di sotto se lo sognavano da anni, l’avreste messo voi al posto dei piccioni, altro che lampredottai storici.
Perché non avete salvato voi i posti di lavoro dell’Edison, comprando qualche libro?
Perché non siete andati al Gambrinus?
Guardate che quei fondi costano. Certo che un proprietario di un fondo in centro non piange miseria, ma, accidenti a voi, sarà più conveniente, per Firenze e i fiorentini, per chi ci lavora e per chi ci passa, una libreria chiusa o l’Hard Rock Cafè? Eataly (scusate il termine) oppure la merda di piccione?
Invece l’Hard Rock, il McD, anche l’Apple, aprono PERCHÈ LA GENTE CI VA. Se nessuno ci andasse, non aprirebbero, democrazia applicata al mercato. E invece no, voi siete convinti di avere ragione “perché sì” e che la maggioranza, quelli che ci vanno “non capiscono un cazzo”.
Avete solo il potere e la soddisfazione dei mediocri, quella di rompere i coglioni a chi vuol fare le cose.
E quindi si borbotta, si protesta, si critica.
Come per il ponte di Christo, gli impianti eolici e fotovoltaici in Sardegna: il primo è stato accusato di rendere troppo popolare uno sforzo artistico, i secondi di rovinare il paesaggio. Certo, dipende dove, però. La Sardegna avrebbe la possibilità di diventare la centrale elettrica rinnovabile d’Europa, e invece le centrali solari le apre il Marocco e quelle eoliche tutti i paesi del Nord Europa, perché non possiamo permetterci di inserire elementi in “un colpo d’occhio del genere”:

Casermone e fili della corrente per riferimento.
Casermone e fili della corrente per riferimento.

 

Il brutto è che sono sempre portate avanti le stesse, ritrite argomentazioni: “siamo il più bel paese del mondo”, “la tradizione”, “è bello così”. Anche le voci sono grossomodo le stesse: critici d’arte e di costume che vivono, appunto, di critiche e polemiche, ma che in vita loro, di concreto e artistico, NON HANNO MAI FATTO UN CAZZO. Voglio dire, per criticare un’opera che un artista s’è pagato da solo, fa visitare gratis, che ha portato alla ribalta internazionale una zona che pochi conoscevano, che ha un impatto ambientale minimo ma di indotto economico enorme, che soprattutto ha avvicinato a quello che tu, povero imbecille, vorresti fosse un gotha per pochi snobbissimi eletti con la puzza sotto il naso, centinaia di migliaia di persone, devi essere una immane testa di cazzo fuori dal mondo. Infatti: Sgarbi e D’averio.

Gente, a star seduti vengono le piaghe da decubito.
I fondi sfitti non faranno venire i turisti, ma neppure fanno campare i fiorentini.

apollo-firenze1
Tuteliamo i cinema chusi. L’Apollo, signori.

Avete la puzza sotto il naso di quelli troppo pigri per studiare, informarsi, camminare, muoversi, migliorarsi, e sfottono il laureato, quello che legge il giornale, viaggia, lavora: “chi te lo fa fare, si sta tanto bene a casa/ siamo il posto migliore del mondo/ la cucina italiana è la migliore/ le cose importanti si imparano in strada/ chi ha successo e diventa ricco lo fa sulle spalle degli altri”.
No. Il muschio cresce solo sui sassi fermi.
Palazzo Vecchio ai tempi fu criticato, perché la torre pareva storta e sgraziata.
Avete solo paura del nuovo, di dover cambiare, perché come i dinosauri, sapete che il cambiamento è faticoso e voi non siete in grado di affrontarlo. Poteste, paghereste ancora in sesterzi.
Come i dinosauri, morirete schiacciati dall’ambiente che cambia, però voi potrete farlo convinti di essere “i migliori del mondo, ignoranti e genuini come siamo, come erano i nostri nonni”.
Nel frattempo, avrete fatto perdere il treno anche a chi quei posti di lavoro facevano comodo, perché “è giusto preservare le tradizioni”.
Bella soddisfazione.

Il lurker estinto.

RANT. Quindi circolare se non interessa.

Google è sempre tuo amico.Mi hanno regalato del lievito liquido (licoli) che ha bisogno di cure un po’ diverse da quelle della pasta madre.
Mi sono iscritto a un gruppo per informarmi.
Ora, maledetto chi il pane ve lo còce, volete LEGGERE invece di fare solo domande?
Ci sono ennemila ricette, sentordici tutorial, e niente, fate sempre le stesse domande: “ogni quanto? quanta acqua? a che temperatura?”
Ma non è quello il peggio: dieci volte al giorno leggo domande del tenore “Ho un licoli a otto giorni dal terzo parziale, e vorrei fare il francese con la farina 85% semola e 10% w330. Prevedo di idratare con 500cc di fonte misto piovana. Il restante 5% lo posso integrare con una 2 rimacinata Cappelli o mi conviene lasciare così e usare dell’addizionata di acido carbonico? Qualcuno ha provato?“
Ora, accidenti anche al tu’mugnaio che non ti segnala alla polizia postale, PROVA.
PROVA, PERDIO.
Alla peggio verrà del pane meno morbido, più morbido, più saporito, più sciapo, ma pane.
Non è nitroglicerina, non ti salta in aria la casa se sbagli le dosi di un quarto di mole.
Non è una formula magica, non è che al posto del pane nel forno ti compare Belial a lamentarsi del freschetto che fa. Magari, così ti trascinerebbe in infero e l’abbozzeresti di masturbarti per traslato in cucina.
È PANE, posa il microscopio elettronico e inizia a impastare.
Peggio di me non puoi fare, coglione.

Altro post tecnico e scacciafiga, ma a fini pucciosi

FotoProblema: non c’avevo abbastanza da fare.

Problema 2: i miei genitori hanno tre gatti, tre ciotole da riempire periodicamente di croccantini e acqua da rabboccare.

Soluzione: mi son messo di buzzo e ho realizzato un progetto che avevo in ponte da quando i gatti erano ancora due ma che era fallito per problemi meccanici: la NUTRIGATTI.

Come potete vedere dalla foto, la cupola sopra contiene non solo la circuiteria e i due selettori per i tempi, ma anche una presa per la fontanella a ricircolo che costruirò a brevissimo.

Come spero invece si capisce dallo schema qui sotto, il cuore della circuiteria è un Teensy , in quanto non c’è bisogno di aggiungere connettività WiFi, a questo progetto, ma avendolo appoggiato su una breadboard in miniatura invece che su uno stampato rende il circuito modificabile con pochissimo sforzo: sostituire il Teensy fritzingcon un Photon e aggiungere un comando via web sarebbe questione di qualche minuto e un paio di righe di codice.
Due moduli relay, convenientemente già optoisolati e alimentati dal Teensy, comandano direttamente un motore da girarrosto scelto per il basso numero di giri, la discreta potenza e l’alimentazione da rete e, attraverso la presa che si vede frontalmente alla cupola (un contenitore per alimenti dell’IKEA, che ho scoperto comodissimi per questi scopi), la pompa per l’acqua, una da acquario a 220V.

I due selettori dei tempi forniscono quattro selezioni dei due tempi, di alimentazione e di intervallo: ogni selettore mette a GND uno dei quattro piedini del Teensy preposti alla scelta di tempi preimpostati. Ovviamente i “fili” sono solo tre, in quanto uno dei tempi è già in “default” e corrisponde a un piedino non connesso alla sua posizione del Teensy; il cablarlo avrebbe solo fornito una “conferma” non necessaria.

nutrigatti sezioneIl lato meccanico, fallito alla prima mandata (costituita da una coclea da tritacarne che però talvolta sbriciolava i croccantini contro le pareti del contenitore) è costituito da una spazzola cilindrica per capelli mossa direttamente dal motore da girarrosto e resa solidale con un perno quadrato, nello specifico una vite a legno “grossa” fissata con resina da una parte e molata a sezione quadra dall’altra.. Risulta indifferente il senso di rotazione della spazzola stessa, in ogni caso i croccantini verranno spinti verso uno scivolo di metallo che, oltre a contenerli e indirizzarli verso la ciotola, produce uno scampanellìo inaspettato ma che potrebbe essere una sorta di “campanella del rancio” per i gatti che non ne sembrano infastiditi.

Questo il codice, non elegante ma funzionale:

#define RELAY1 21
#define RELAY2 20

int led = 11;

void setup()
{
// Initialise the Teensy data pins for OUTPUT
pinMode(RELAY1, OUTPUT);
pinMode(RELAY2, OUTPUT);
pinMode(1, INPUT);
pinMode(2, INPUT);
pinMode(3, INPUT);
pinMode(4, INPUT);
pinMode(5, INPUT);
pinMode(6, INPUT);
pinMode(7, INPUT);
pinMode(8, INPUT);

// Serial.begin(38400);   Apre la comunicazione seriale, serviva per il debugging
}

void loop()
{

digitalWrite(1, HIGH);  //si settano tutti gli imput
digitalWrite(2, HIGH);
digitalWrite(3, HIGH);
digitalWrite(4, HIGH);
digitalWrite(5, HIGH);
digitalWrite(6, HIGH);
digitalWrite(7, HIGH);
digitalWrite(8, HIGH);
digitalWrite(led, HIGH);  //si comunica la funzionalità del Teensy

long time1 = 30000;  //20000 per 20 sec, in questo caso sono trenta secondi. Tempo in cui gira la spazzola
long time2 = 2400000; //1800000 per 30′, un cicloogni ora e mezzo. Tempo di pausa tra una “operazione” e l’altra.

// assegna la durata alimentazione – pin staccati 20sec
if (digitalRead(1) == LOW) (time1 = 30000 ); // 30sec – disconnesso da selettore
if (digitalRead(2) == LOW) (time1 = 60000 ); // 1 minuto
if (digitalRead(3) == LOW) (time1 = 90000 ); // 90sec
if (digitalRead(4) == LOW) (time1 = 120000 ); // 2 minuti

// assegna la durata pausa – pin staccati ogni 30min

if (digitalRead(5) == LOW) ( time2 = 2400000 ); // 40min – una volta ogni due circa – disc da selettore
if (digitalRead(6) == LOW) ( time2 = 3600000 ); // 1h – una volta ogni tre ore circa
if (digitalRead(7) == LOW) ( time2 = 4800000 ); // 1h20 una volta ogni quattro ore circa
if (digitalRead(8) == LOW) ( time2 = 7200000 ); // 2h una volta ogni sei ore circa

//Serial.println(digitalRead(1));   legge lo stato dei piedini e lo riporta sulla seriale. Serviva per il debug.
//Serial.println(digitalRead(2));
//Serial.println(digitalRead(3));
//Serial.println(digitalRead(4));
//Serial.println(digitalRead(5));
//Serial.println(digitalRead(6));
//Serial.println(digitalRead(7));
//Serial.println(digitalRead(8));
//Serial.println(time1);
//Serial.println(time2);

delay(5000); // Attende 5 seconds prima di iniziare tutto. Poi aziona i due relay.

digitalWrite(RELAY1,HIGH); // Turns ON Relays 1
digitalWrite(RELAY2,HIGH); // Turns ON Relays 2

delay(time1); // Attende time1, da 30sec a 2min

digitalWrite(RELAY1,LOW); // smette alimentazione dei croccantini

delay(90000); // Attende 90 seconds: la fontanella gira per un altro minuto e mezzo.

digitalWrite(RELAY2,LOW); // Turn Relay Off

delay(time2); // Wait time2 – da 30’ a 2h

digitalWrite(RELAY2,HIGH); // Turn ON Relay 2

delay(120000); // Wait 120 seconds: la fontanella gira per altri due minuti,

digitalWrite(RELAY2,LOW); // Turns Relay Off

delay(time2); // Attende time2 – da 30’ a 2h
delay(time2); // Attende time2 – da 30’ a 2h

}

Niente pulsanti di reset o di alimentazione manuale? No, perchè deve essere di facile utilizzo e comando: “Mamma, sfili la spina e la reinfili”. Niente display? Neppure, quattro più quattro scatti e una legenda scritta. Niente tempo reale? No, perchè? Non deve servire per fornire pranzi a ore precise, ma gli spuntini “poco e spesso” che servono ai gatti.

Ora si tratta di farla piacere ai miei, più che ai gatti.

Ah, costo totale, compreso Teensy, relays, motore da girarrosto, minuterie e connettori, e legno occasione IKEA: meno di trenta euro.
Un pomeriggio di lavoro, ma cos’è essere nerd se non trovare problemi sovraingenerizzati e costosi per problemi che non esistono?

 

 

Spigolature

  • Corradino Mineo dice che “Renzi è subalterno a donna bella e decisa”. Possiamo escludere la Bindi, e pure la moglie.
  • Calogero Mannino scagionato dopo un iter di venticinque anni dall’accusa di minaccia a corpo politico dello Stato nell’ambito delle trattative Stato-mafia. Fosse stato eletto presidente della repubblica, una distruzione di intercettazioni e via.
  • Eh, niente. Vatileaks. Ormai ho finito anche le battute. Siete voi che ancora vi stupite. Voglio dire, “voto di povertà” e “città-stato con banca” fa a cazzotti dal medioevo.

Spigolature

  • Una famiglia musulmana ha ritirato i figli da scuola perché “c’è la musica”, che per loro è un peccato mortale.
    Io organizzerei un concerto d’addio.
  • Il giudice del Consiglio di Stato (e dell’Opus Dei, eh) che ha bocciato il registro delle coppie omosessuali registrate all’estero (fottendosene oltre che della decenza anche delle direttive europee) si è giustificato dicendo di aver trovato e applicato l’interpretazione più precisa delle normative esistenti.
    Cosa che è esattamente quello che farebbe un qualsiasi integralista del cazzo.
  • “La carne rossa provoca il cancro”. No. Il giornalismo di merda e i boccaloni, i facili allarmismi e gli indignati facili, l’analfabetismo funzionale e l’imbecillità scientifica, però, quelli sì.
    O perlomeno l’orchite.
  • Volevo dire la mia anche sulla vicenda Valentino-Marquez: andate tutti affanculo, i miliardari evasori incazzosi nonostante siano pagati anche per il sangue freddo, e pure voi che ne avete fatto ragione di stato.
  • ADD ON: se davvero Marino ritira le dimissioni, si dimostra un genio: in venti giorni ha preso il polso di chi gli vuole bene e di chi rema contro, ha fatto lavorare tutti a passo di marcia “ché devo andar via”.
    Se resta potrà cambiare quelli che “o lui o noi” con quelli che ritiene più opportuni, far trottare chi ha dimostrato di saperlo fare quando motivato, e ridere alla faccia di chi gli ha voluto male.
    Al prezzo di una cena fuori.

Scomunica latae sententiae

“Non so che farmene del vostro latinorum”

Non essendo un boss mafioso, un po’ me l’aspettavo.
Però, già che c’erano, potevano farmela all’antica, con la processione di incappucciati che spengono i ceri uno alla volta.

scomunica

Perché sono uno stronzo

Sì, fondamentalmente sono cattivo e astioso, lo sapete, con l’aggravante dell’ottuso.
Però sono di buona volontà e sincero.
Quando è stata licenziata la giornalista che ha sgambettato i profughi, padre e figlio, inseguiti dalla Polizia, ho dovuto ammettere che probabilmente nella stessa condizione io avrei fatto lo stesso: non per sadismo, ma perché “se la Polizia ti insegue tu ti devi fermare”.
Quando mi è stato fatto notare “Se vuoi intervenire non puoi fare il giornalista”, come dicono a Oxford “ho fatto pippa” e ho dato ragione a chi l’ha licenziata.
Ora, però, i due sgambettati sono arrivati a Monaco di Baviera. Il padre ha detto che non solo NON perdona la giornalista -padronissimo- ma che addirittura la denuncerà.
È qui che da vittima si trasforma in -o si rivela- stronzo. La vuole denunciare perché, facendoli cadere, li ha fatti raggiungere e identificare dalla Polizia. Leggete bene. Non per i calci, che sarebbe sacrosanto, ma perché per colpa di lei sono stati identificati in Ungheria invece che in Germania.
Lui scappa da una guerra -dice-, arriva in uno stato “sicuro”, ma vuole quello ricco. Ora, la convenzione di Dublino vuole che sia lo Stato che ti identifica a dover processare la tua domanda d’asilo, e ad accoglierti nel frattempo.
Quindi, essere identificati in Ungheria sarebbe un danno.
Io, siccome sono uno stronzo, non concepisco come mai quest’uomo, invece di accendere mille ceri a qualunque dio infero ne ispiri le gesta, abbia espresso la volontà di danneggiare una tizia che, sì, è stata carogna, ma non gli ha (a questo punto, ahimè) portato danno.
Stronzo, sei scappato -dici- da una guerra. Stronzo, eri in un paese sicuro. Stronzo, non ti ha spezzato una gamba, quella donna. Stronzo, perché invece di ringraziare Ungheria Europa Polizia Germania e ogni singolo volontario che ha trattato il tuo caso, vieni a chiedere la differenza a questa tipa, che, sì, ha sbagliato (da giornalista, ripeto, In My Asshole Opinion, ma non da cittadino: hai un clandestino, le forze dell’ordine lo vogliono fermo, tu lo fermi. Se non sei troia non lo prendi a calci, ecco, quello sì).

Ripeto, da vittima, questo tipo si è trasformato in carnefice: sta infierendo su chi, sì, gli ha fatto del male, peraltro alla fine senza conseguenze, e per motivi gretti: la notorietà derivata, il differente trattamento economico, chi sa quale altro astio accessorio.

Ma siccome sono stronzo, magari è solo un’opinione mia.

Stop the shaming

Dovete smetterla di prendere per il culo Johnny Depp dicendo che è uno di noi.
Anche se ha preso quei venti kg, non si lava i denti da Natale, è gonfio come Maradona al peggio e pare vestito da mi’nonna per l’asilo, non è uno di noi.
Noi non possiamo campare del ricordo di quando eravamo incapaci ma fighi, noi dovevamo essere interessanti per scopare le groupie.
Noi non ci siamo mai fatti tatuaggi col nome dell’ex e poi li abbiamo coperti con insulti, non ci siamo bullati di non farci la doccia perché a Vanessa piace che puzzo.
Quando eravamo gonfi -non grassi, gonfi- noi, ce lo dicevano anche quelli che proprio marilinmonroe non lo erano, vabbe’, ma noi non potevamo campare di ricordi di figaggine che facevano passare un guitto da due espressioni per un attore bravo.
Non lo pigliamo per il culo: non è uno di noi, e non lo sarà mai: coi soldi che ha si fa trapiantare il magro da un bambino del Biafra, si fa sgonfiare dal suo fanclub attraverso un ugello qualsiasi e lavare nel sonno da un team hazmat.
Noi siamo abituati, lui no, non levate le illusioni alle groupie che si tumefanno le labia da Jump Street, che per il fascino del lezzo non vedono neppure adesso la faccia di gesso.
È un essere umano e gli si deve pietà, esattamente la stessa che hanno concesso a noi ciuotti quando ci dicevano “mica sei Johnny Depp” quando chiedevamo di uscire a una. Al massimo adesso possiamo rispondere, adesso che magari sempre ciuotti siamo, ma di certo abbiamo sviluppato qualcosa che ci renda interessanti e/o attraenti, “je piacerebbe”.
Ché il ricordo passa, interessante diventi, il brutto resta, e se avevi dalla tua solo il bello…

Spigolature (forse)

Parliamo un po’ di un po’ di cose che mi faranno come al solito passare per il solitomaxresdefault facilone con idee retrograde e analfabetismo funzionale.

 

Le docce ad Auschwitz

In quello che è stato uno dei più famosi campi di concentramento sono stati installati degli spruzzatori, come a Gardaland e Mirabilandia, per intenderci, per aiutare i visitatori in fila a combattere il caldo. Quali sono IMHO i tre comportamenti del visitatore in queste situazioni?

  • Non hai le docce, patisci il caldo e non rompi il cazzo
  • Usi le docce, stai fresco e non rompi il cazzo
  • Hai le docce e rompi il cazzo, che riconduce al primo caso.

Voglio dire,  gentilissimi, ma nei dintorni di Auschwitz ci sono solo vasche da bagno? Non c’è un panettiere con un forno? Non esiste uno studio di tatuaggi? Oppure, come al solito, a far del bene ai ciuchi si piglia pedate? No, perchè per vedere lo Zyklon B negli spruzzatori di Mirabilandia ci vuole davvero una mente malata.

– I pennarelli ai profughi. 

In Repubblica Ceca ai profughi vengono scritti dei numeri sulle mani per facilitare il lavoro della polizia che ne controlla l’afflusso ai treni.

A pennarello, coglioni, non vengono tatuati. NON È NULLA DI NUOVO, ma non nel senso nazista che stanno tirando fuori i soliti sensazionalisti di merda. Aspetto che tra mezz’ora vengano fuori sui giornali le foto dei votanti mediorientali col dito blu e/o i ragazzini che vengono timbrati sulle mani per gli ingressi in discoteca. Anzi, ve le facilito tutte io, così facciamo un “trova le differenze”.

Insisto: la malizia, come nel caso precedente, è sempre nell’occhio di chi guarda: a questa gente i treni non saranno piombati, non andranno in campi di lavoro o sterminio (anzi, nel caso le loro condizioni possono solo migliorare), tra due giorni la pennarellata sarà sparita.
Se chi si incazza per i numeri scritti a pennarello per evitare disordini si incazzasse altrettanto per la guerra che costringe quella povera gente a scappare, magari il mondo sarebbe un posto migliore.

– Don Mazzi

Questo paladino dei casi mediatici ha accolto nelle sue comunità/villaggio turistico sia Corona (che, ricordo, era in galera per una selva di reati dal ricatto alle armi da fuoco) che ne ha approfittato per aggiungere un film autoocelebrativo alla lista dei suoi crimini verso il genere umano, sia la tipa della coppia dell’acido.
Perché per questa gente in abito nero puoi fare di tutto, puoi rubare, ricettare, sfigurare e rovinare la vita a un disgraziato che di te non ne vuole sapere, essere convinto di essere l’Anticristo, fatti mettere incinta apposta per provare a evitare la galera, sarai sempre una persona buona e degna di perdono… a patto che tu riesca a farti chiacchierare sui giornali e/o generare un ritorno economico.
Ho solo rabbia, ho solo schifo. Molto raramente ho augurato la morte a qualcuno, ma in questo caso sarebbe la fine di una pratica infame, quella del perdono peloso.

– La deportazione dei professori

Quasi centomila assunti a tempo indeterminato, in una graduatoria in cui basta entrare a alla fine hai il lavoro assicurato, per una buona percentuale prima dei quarant’anni, e bubano perchè gli tocca andare a lavorare lontano da casa. Parlano di deportazione, in una carriera dove DA SEMPRE ci si sposta secondo necessità (e che, vogliamo mandare gli studenti presso gli stipendifici regionali?), e ovviamente ci sarà tanta gente che accetterà e dopo la prima settimana manderà certificati dal paesello.
Io le parole le ho anche, eh, non le dico per pudore.

Dissuasori occulti

C’era una barzelletta, non politically correttissima:
“Un gay ad un altro:
-Lo sai che andare con le donne fa venire il cancro?
-Ma davvero?
-No, ma tu spargi la voce.”
Ecco.
Negli ultimi giorni si sta calcando la mano sulle MORTI dei migranti, la rotta Libia-Italia è stata dichiarata la “più pericolosa del mondo” (seh, seh), si spargono notizie di scafisti che per tenere i passeggeri nei vani motori li bastonano e accoltellano.

Voglio dire, certamente è vero, altrettanto certamente però è sempre successo,  ma si sottolinea da poco tempo, si calca l’acceleratore mediatico su “Cinquanta, forse più morti asfissiati in un furgone” per la prima volta da “Nave italiana sperona carretta del mare albanese”, che coincise grossomodo con il calo del traffico in quel tratto di mare.
Come gli albanesi vedevano “Lamerica” qui in Italia in televisione, mi pare che si stia facendo una a questo punto doverosa campagna di allerta volta a dissuadere chi non sia un disperato vero dal tentare la traversata e la fortuna in Europa.

Si diceva che Spagna e Grecia sparavano ai clandestini. Forse era vero. Quasi certamente no, visto il mancato intervento di qualsiasi forza umanitaria, ma altrettanto quasi certamente questa notizia ha dissuaso tanti non-più-che-disperati dal tentare quelle rotte.

Ora credo si stia cercando di fare lo stesso con la tratta stradale Ungherese e quella marittima dalla Libia: “Facciamogli paura, facciamo sapere che è pericoloso, così quelli ‘tanto per’, piuttosto di farsi far fuori per strada, non vengono”.

Non so se è il metodo giusto per scremare i rifugiati politici da quelli economici, chi scappa dalla guerra da chi viene “solo” a cercare un lavoro, non so quanto sia etico ingigantire -forse- una minaccia.
Però se funziona, se risparmia anche solo un morto VERO -da percosse, annegato, asfissiato-, ne vale la pena. Voglio dire: il disgraziato ha tutto il diritto di venire qui, il migrante irregolare che ingolferà le procedure di tutti i disgraziati per essere alla fine rimpatriato, IMHO un po’ meno.

L’informazione dà la capacità di scegliere; in questo caso, aiutatemi a capire quanto c’è di manipolazione e quanto c’è di VERA campagna di sicurezza, puntando il dito  non solo su “Ehi, ma in Europa si sta bene”, ma anche su “Può essere che nel viaggio si muoia, eh”.

Doctor “ma anche no”

Dopo due trailer, lo posso dire: del Doctor Who non me ne frega più niente.  Per la prima volta dal 1980 non sono ansioso di vedere una nuova puntata della serie.

Non è certo colpa del bravissimo Capaldi, unico fattore che mi ha convinto a seguire l’ultima stagione nonostante fosse, di puntata in puntata, un nuovo facepalm.

Diciamoci le cose come stanno: nonostante Capaldi abbia più talento nel suo sopracciglio destro di BiNbominkia Smith (che probabilmente è un ottimo improvvisatore, ma che a interpretare il Dottore aveva un lassativo effetto simpadellacumpa) e Duespressioni Tennant (spettinato o triste, mai assieme), nonostante questo, dicevo, non ce la fa.
La sua recitazione, il suo personaggio, da solo, non riesce più a derimbambire degli episodi che non avrebbero sfigurato in Sarah Jane Adventures: trame dolcine, tarallucci e vino, nessuno si fa più male, Clara Oswald che risolve le situazioni morendo, facendo occhioni tristi o cazziando il Dottore acciochè risolva la situazione. A volte tutte e tre le cose assieme.

Onestamente, mi sono anche rotto i coglioni degli antagonisti: abbiamo già visto dal trailer che ci sono i Dalek, presenza obbligata e meh. Io invece ricordo quando, alle prime schermaglie della battaglia di Canary Wharf, comparvero QUATTRO Dalek, esclamai un “Oddio, cazzo!”, perchè i Dalek erano TERRIBILI da soli, figurarsi in quattro. E invece no, quelli che  nella prima stagione mettevano a ferro e fuoco Londra, ora sono tanto scontati da essere una puntata obbligatoria, nemici di cui a nessuno frega niente, di “seconda” come i Cybermen. Ricordate la prima comparsa dei Cyberman dal 2005?
Upgrade mediante seghe circolari, amputazioni, innesti. Ora, boh, indolore, ma tanto rapiscono i bambini perchè hanno il cervello puro.
Già, le inguardabili puntate coi bambini. Credo che la puntata con la bambina che canta per tenere in stasi un divoratore di mondi sia una delle più stupide e insopportabili, al pari di quella della luna-uovo in cui Clara decide le sorti dell’umanità, sbaglia, ma sbaglia tanto che fa il giro e fa la cosa giusta (lasciamo perdere la cazzata di base della trama, ok? non ho parole per descrivere una puttanata del genere).
Poi le puntate survival: luogo buio e/o claustrofobico, squadra comprendente doc e companion che viene inseguita e macinata un membro dopo l’altro, per semplice contatto con androide/anticorpo/alieno/minotauro/buco di sceneggiatura, finchè il Dottore non trova il modo di risolvere tutto; ecco, fanno eccezione due episodi, entrambi con Capaldi, uno per via della trama alla Leverage/Ocean’s Eleven, e l’altra per il comportamento del Dottore, cinico, pragmatico, sensato (“Dicci quello che vedi” “Mi salverò?” “Tu no, ma se ce lo dici forse il prossimo”, grossomodo).

Poi, per la miseria, non muore più nessuno. Nella prima puntata in assoluto ricordo gente mangiata gratis da un bidone della spazzatura (erano riusciti a dare dignità e orrore a una pozza di plastica in pessima CGI) e più spari che in una puntata dell’A-Team, nella prima puntata di Natale un tizio fulminato altrettanto gratis per dimostrazione. Negli ultimi episodi natalizi, invece, abbiamo visto Babbo Natale, a Christmas Carol e pure Smith che va a vivere in una Rovaniemi in cui è sempre buio da millenni, ma gli abeti producono clorofilla per punto d’impegno, in attesa di ricevere dai compagni Timelords, assenti per motivi di budget ma raggiungibili per motivi perché sì, le vite extra che aveva vinto al gioco della pazienza.
Sempre Smith l’abbiamo visto cacciare una coalizione di nemici a male parole. Cazzutissime, ma sempre male parole. E allora i Dalek, i Cybermen, che, ricordo, si erano scontrati nella prima stagione con l’ancora più cazzuto

Cyber Leader: Daleks, be warned. You have declared war upon the Cybermen.
Dalek Sec: This is not war – this is pest control!
Cyber Leader: We have five million Cybermen. How many are you?Dalek Sec: Four.
Cyber Leader: You would destroy the Cybermen with four Daleks?Dalek Sec: We would destroy the Cybermen with one Dalek! You superior in only one respect.
Cyber Leader: What is that?
Dalek Sec: You are better at dying.”

e tutti i nemici astronavodotati del Dottore se la danno con la coda tra le gambe, lasciando il Dottore libero di lasciar ri-ri-rimorire un Rory che sebbene di plastica ri-ri-ri-rimorirà poi di vecchiaia per esigenze di sceneggiatura sotto una pretestuosissima Lady Liberty – Weeping Angel, altri nemici geniali e temibili (“Blink” è il convertiagnostici per il Dottore, fai vedere loro quella puntata) ridotti a un-due-tre-stella-sgomberacompanion, fregandosene peraltro del rimando nell’episodio coi Siluriani. Sono OCD e pignolo, queste cose mi danno molto fastidio.

Perchè, diciamocelo, ormai il dottore è per bambini.
Le trame ripetitive; gli stessi tre-quattro antagonisti (Dalek-Cybermen-Master-Angeli) che siccome funzionano DEVONO tornare;le catastrofi sempre più grandi che ci fanno sempre meno paura; i mondi salvati dalle canzoncine, dai buoni pensieri, dall’integrità morale; i bambini che sono protagonisti e salvatori di una puntata almeno per stagione nelle ultime tre? quattro?; nessuno che muore più davvero; gli interpreti del Dottore che, salvo quest’ultimo, cosa che mi aveva fatto ben sperare, vanno a ringiovanire, a far faccette, mossettine, burattinate. Capaldi, un Dottore vecchio e consunto, è incastrato in trame scritte per una audience che si chiede se farà mai coppia con Clara, deve fare cose sempre più fighe (“Cosa ci manca? Parapendio, assolo di chitarra o gara di rutti senza gassosa? Facciamo l’assolo di chitarra, via”) e, pover’uomo, non vorrei esser lui.

E quindi boh, ormai son passati trentacinqu’anni da quando ho visto un tipo con una sciarpa sconfiggere un robot gigante, parassiti spaziali e Sontaran dediti all’annegamento umano per motivi di studio; son troppo vecchio per esaltarmi se col potere della musica si potrà convogliare il potere dell’entusiasmo adolescenziale in un raggio blablabla (“Clara, hai di fronte a te una delle forze più potenti dell’universo: l’animo puro della gioventù” – segue ‘Space Oddity’ in arrangiamento surf-kabuki).

O quel che è, fatto sta che no, ho l’impressione che il Dottore sia scivolato via dalle mani di chi lo scrive, tirato via dal merchandise sugli zainetti scuola, tanto da esser costretti, per rialzare l’hype dei “vecchi nuovi fan”, alla messa in giro di gossip “abbiamo visto Russell T. Davies in un pub a Cardiff con Tennant”.

Insomma,
keep-calm-and-say-sticazzi-2[1]

…a lungo andare produce…