Cenni sulla TEORIA CRONITRONICA

Dati i recenti articoli divulgativi sullo Scientific American ed Omni e lo scalpore da essi provocato nell’ambiente scientifico mondiale riteniamo opportuno riportare nella nostra rivista una breve esemplificazione della scoperta effettuata nei laboratori di fisica quantistica del M.I.T..
L’idea che ha ispirato le ricerche coordinate dal prof. J. Samuels deriva, per quanto assurdo -a dire dello stesso Samuels- possa sembrare, da una gita primaverile in motociclo. Il fisico stava tornando a casa dopo un pic-nic con la moglie, quando la coppia ?tata sorpresa da un acquazzone. Samuels ha notato che una pioggia seppur leggera combinata alla velocità del mezzo sembrava più fitta e violenta, tanto da bagnare in maniera equivalente, con le dovute approssimazioni, sia che il mezzo percorresse lo stesso tratto di strada a velocita elevata che lo facesse a passo d’uomo. E’ stata così concepita l’idea di densità temporale, ovverosia l’idea che, facendo gli opportuni paralleli, l’effetto dello scorrere del tempo su di un soggetto fosse lo stesso indipendentemente dalla velocità temporale soggettiva. Per rendere il parallelo calzante, occorreva supporre l’esistenza di una particella od agente equivalente che sostituisse la goccia di pioggia dell’esempio portato.
L’esistenza dell’ipotetica particella subatomica, battezzata a priori cronitrone, ha dovuto prima essere provata matematicamente, poi praticamente. Dal primo metodo se ne è ricavata l’origine e le dinamiche, dal secondo adirittura delle applicazioni pratiche.
Il cronitrone risulterebbe essere così un onnipresente “quanto” di memoria temporale della materia, originato al momento del Big Bang e proveniente dal centro di espansione dell’universo; ovviamente, con l’attuale concezione di universo n-sferico -curvato quindi in una quarta dimensione-, detta fonte risiederebbe nel centro geometrico di questa sfera. Pertanto, rapportando il fenomeno alle tre dimensioni percebibili, i cronitroni emergerebbero continuamente ed in maniera omogenea in ogni punto dell’universo.
I cronitroni, di massa e carica talmente piccole da risultare nulle, si accumulerebbero intorno ad ogni atomo di materia in quantità numericamente elevatissime -dell’ordine del dieci alla ventisettesima al secondo-, determinando il suo scorrere nel tempo. Infatti, il passo successivo della ricerca di Samuels è stato quello di “strappare”, mediante un procedimento che per adesso Samuels e la sua equipe mantengono segreto, i cronitroni alla materia. La quantità di energia per questa operazione sarebbe enorme, ma al M.I.T. si sarebbe riusciti a far “ringiovanire” di qualche secondo, senza contrasti col gradiente entropico, quantità infinitesimali di diverse sostanze.
Il procedimento inverso non solo è possibile, ma anche contemporaneo. La quantità dii cronitroni presenti nell’universo in un “quanto” temporale rimane costante (anche se, secondo le nostre premesse, la frase precedente potrebbe essere esposta tautologicamente, come “se non vengono aggiunti cronitroni all’universo, questi rimangono nella stessa quantità”); pertanto, ogni cronitrone strappato da un atomo deve legarsi ad un altro atomo, col risultato di far invecchiare l’uno quanto l’altro ringiovanisce.
Supponendo un sistema schermato di arricchimento o impoverimento cronitronico, si potrebbe accelerare, congelare, o addirittura rovesciare, in relazione alla quantità di cronitroni aggiunti o sottratti per unità di tempo, lo sviluppo temporale di un oggetto. Esistendo la possibilità pratica di invertire la carica dei cronitroni, il punto di vista relativistico si rovescia: non è più l’oggetto che ringiovanisce, ma l’universo che invecchia.
Per chiarire faremo un esempio irrealizzabile -afferma Samuels- con le conoscenze tecniche e le disponibilità energetiche attuali. Immaginiamo un orologio funzionante all’interno di un dispositivo cronitronico. Arricchendolo di cronitroni positivi lo si vedrebbe, rispetto all’esterno del dispositivo, avanzare più velocemente, mentre impoverendolo lo si vedrebbe retrocedere. Rovesciando la carica dei cronitroni di arricchimento, poi, l’oggetto balzerebbe letteralmente avanti o indietro nel tempo universale. Per rendere ancora più chiaro il tutto, si immaginino sia il sistema chiuso che l’universo nello stesso istante. Relativisticamente, si può aggiungere o togliere all’uno o all’altro la quantità di tempo voluta. A seconda che si consideri l’ “istante successivo” dell’uno o dell’altro, si avrà che un ipotetico osservatore all’interno del campo si troverà “sbalzato” avanti o indietro nel tempo in un caso o percepirà l’esterno del campo come accelerato, fermo o rovesciato nell’altro; di contro, un osservatore esterno al campo, vedrà il contenuto del campo “scomparire” per “rimaterializzarsi” in un tempo diverso, oppure avanzare, fermarsi o retrocedere temporalmente.
E’ appunto questa possibilità di far compiere, seppur con spese energetiche realmente astronomiche, viaggi nel tempo a sonde o addirittura esseri viventi, che ha provocato tanta euforia nel mondo scientifico, e non solo in quello. Annullandosi il pericolo di paradossi temporali a causa della “predestinazione” degli oggetti (ovverosia l’impossibilità di spostare, seppure con una azione-causa nel passato sufficienti cronitroni da variare il futuro; ogni eventuale tentativo di cambiare un avvenimento passato sarebbe già stato fatto infruttuosamente; v. D. Arno, “Il paradosso del nonno”, LE SCIENZE N°253) , il campo cronitronico autocontenuto potrebbe divenire il vettore di ricerca assoluto, con il Big Bang ed il possibile Big Crunch come limiti estremi.
Si aspetta la conferma dei calcoli e degli esperimenti di Samuels e della sua equipe da parte del mondo scientifico internazionale per poter dichiarare l’inizio di una nuova era – o, meglio di tutte le ere concepibili- della scienza.

…a lungo andare produce…