Passaggio

Inspirò dolorosamente per quella che poteva essere l’ultima volta. Vide la goccia di pioggia precipitarsi verso di lui. Chiuse gli occhi, istintivamente, e la goccia gli batté sul naso.
Un pensiero si fermò più degli altri:
“Pure con la pioggia…”
Mosse lentamente la testa, la voltò cautamente prima da un lato, poi dall’altro. Non osava far di più. Dov’era sua moglie? Non poteva…”Oh, no, no!”Espirò ed inspirò nuovamente.
Dopo quella che gli era parsa una eternità di dolore e di dubbio, Maria comparve nel suo campo visivo; un brutto taglio le attraversava la fronte, uno sguardo tra lo stupito e il terrorizzato le guizzava negli occhi, gli angoli della bocca le tremavano nervosamente. Lui tentò di parlare, ma mille spade gli trafissero i polmoni (altra goccia, all’angolo dell’occhio) mentre si rendeva conto che non poteva neanche dirle addio.
“Sto proprio morendo” capì “ho scelto davvero un brutto momento…oh, Maria!”. Pensava alla moglie più che a tutto il resto. Invece, eccolo lì, sdraiato sull’asfalto reso viscido da una pioggerellina rada ma che in quel punto di autostrada era durata tutta la notte. Rivisse quegli ultimi momenti (“Allora è vero!”. Il pensiero era quasi divertito) prima dello schianto. Quel pazzo davanti a lui aveva perso il controllo della sua Porsche e lo aveva coinvolto nel suo testa-coda.
Poi, tutto al ralenti… la macchia rossa che si avvicinava, lo schianto, le lamiere che si accartocciavano, i vetri che esplodevano, lo scatto in avanti che la sua testa era stata costretta a fare, lo sportello che si apriva, la fitta di dolore per il piantone dello sterzo che gli si conficcava contro lo sterno, quasi volesse trafiggerlo come una farfalla da collezione. Altro colpo di frusta del capo, all’indietro. Era poi caduto fuori attraverso lo sportello aperto, rimanendo con un piede nell’auto…se ne accorgeva solo ora, come ora si accorgeva che il film che qualcuno stava riproiettando nella sua testa era un film muto. Ricordava che nell’urto aveva visto la moglie che riusciva a ripararsi il volto dagli schizzi del cristallo in frantumi…la cintura che finiva di tendersi attorno al corpo di lei, strizzandola e facendole fluire il sangue al viso. Si era tagliata, ma come? E lui, perché diavolo non si era allacciata la cintura di sicurezza?
Mentre sfidava il dolore per un’altra boccata di ossigeno, il buio scese su di lui. Chiuse gli occhi. Mentre il torpore lo assaliva, sentì lo strozzato -No!- di sua moglie, che aveva capito.

Buio.Ma non è la parola giusta. Non aveva percezioni, ne aveva perso anche il concetto.
Il suo io era una scintilla nel nulla.
La scheggia di coscienza trovò sé stessa. Si esaminò con famelica curiosità.
Non aveva la coscienza di essere stato un uomo, ma solo necessità di sapere, curiosità allo stato cristallino.
Trovò solo l’impronta contorta e irregolare delle emozioni che la avevano attraversata “prima” di quel granello di eternità. Esaminò ogni emozione più e più volte, fino alla più piccola componente di base, fino alla più piccola vibrazione dell’Id.
Corresse ed aggiustò. Adesso era in suo potere. Eliminò dolore, odio, rabbia. Ne tolse anche la più piccola scoria dalla traccia che stava percorrendo, finché questa non divenne un solco liscio e diritto, ma sterile.
Lo percorse con piacere per eoni, poi lo criticò. Non poteva continuare così per l’eternità. Lo scopo era un altro. Volle sapere. Scavò ancora nel solco, e trovò la memoria di ciò che era stato, e la coscienza di ciò che era. Ma dove era? Aveva creduto in Dio, ma questo cos’era? Il paradiso o l’inferno? Non credeva fosse nessuno dei due. Il purgatorio? Forse. Attese per un tempo senza misura un intervento esterno od un messaggio, una chiarificazione, un’ispirazione.
Non ne arrivarono.
Decise di cancellare ciò che aveva provato: insicurezza, tensione, impotenza. Non ne avrebbe più provate, mai.
Il suo potere cresceva in progressione geometrica.
La sua mente si estroverse, sondò, in cerca di… qualsiasi cosa da analizzare, con cui convivere, o semplicemente da osservare.
Allungò pseudopodi di pensiero, tentacoli di coscienza, all’infinito.
Trovò solo il nulla. Sapeva che non doveva essere così.
Provò a creare. L’uovo era dischiuso, la metamorfosi completa.

In principio era il caos,e il Dio di quell’universo fece l’ordine.

…a lungo andare produce…